SIRIA, 7 Aprile 2013 -Continua lo spargimento di sangue in Siria, in una guerra che provoca un mero eco in occidente, dove sono state realmente uccise però 90.000 persone dall’inizio del conflitto (Marzo 2011). A morire sotto le bombe cadute nella città di Aleppo questa notte, 15 civili, di cui 9 bambini. Si tratta del quartiere di Sheikh Maqsoud.
Nel frattempo, a Damasco i ribelli hanno sparato diversi colpi di mortaio su obiettivi considerati lealisti e uccidendo – secondo il bilancio non verificabile dell’agenzia ufficiale Syrian Arab News Agency – di due morti e 13 feriti.
Intanto, il Presidente Bashar al-Assad, asserragliato a damasco, rilascia un’intervista alla stampa turca (Ulusal TV station), in cui parla di “effetto domino” <<se le forze terroriste prendessero il controllo della Siria, la situazione si riverserebbe inevitabilmente nei paesi vicini e si potrebbe creare un effetto domino in tutto il Medioriente e oltre. Questo porterebbe ad uno stato di instabilità per i prossimi anni, e forse per le prossime decadi. >>
A proposito dei paesi del blocco BRICS ( Brasile, Russia, India e Cina), specifica che questi non vogliono la vittoria del suo regime o quella dei gruppi ribelli, ma mirano alla stabilità della Siria <<La creazione del blocco BRICS sta a significare che gli Stati Uniti non saranno gli unici a determinare le sorti del mondo. Oggi ci sono partners i cui interessi non possono essere ignorati quando si prendono decisioni nell’arena internazionale.>> aggiunge Assad.
Per quanto riguarda la posizione dei Paesi Arabi che si sono schierati contro la Siria, Assad risponde così <<è noto che la maggior parte di questi paesi non è indipendente nelle proprie scelte politiche. Si conformano agli ordini stranieri. A livello domestico, potrebbero sostenere una soluzione politica, ma quando ricevono ordini dall’occidente, devono obbedire. In generale, questa è la situazione nella regione e a livello internazionale. >>
Alla domanda del giornalista turco, che chiede al Presidente se intende dimettersi e lasciare che qualcuno lo sostituisca, viste le pressioni di Stati Uniti, Francia, Turchia e Paesi del Golfo, Assad risponde così <<la Sua domanda implica che un numero importante di paesi occidentali e i loro alleati, inclusi la Turchia e alcuni paesi Arabi sono contro il Presidente. Allo stesso tempo sottintende che il suo popolo è altresì contro il Presidente. Dunque, come può rimanere in carica? Come può la Siria rimanere in questa situazione per due anni? Non sono infastidito dai paesi che sono contro di me; I sono un Presidente eletto dal popolo Siriano. Possiamo concludere che eleggere un Presidente o farlo dimettere, è una decisione Nazionale della Siria che deve essere presa esclusivamente dal popolo Siriano piuttosto che dagli altri paesi. >>
E continua Assad, puntando il dito contro i suoi oppositori << Questi paesi sono preoccupati della democrazia della Siria o dal sangue dei Siriani? Siamo onesti. Se iniziassimo con gli Stati Uniti, vediamo subito che per decenni hanno supportato i crimini commessi da Israele, da quando Israele è stata creata nella nostra regione. Gli Stati Uniti hanno commesso massacri in Afghanistan e in Iraq, con milioni di morti, feriti e invalidi. La Francia e il Regno Unito hanno commesso massacri in Libia, con la copertura e il supporto degli Stati Uniti. L’attuale governo Turco è pesantemente coinvolto nel sangue versato in Siria. Davvero, vogliamo dire che questi paesi si preoccupano del sangue Siriano? >>
<<La questione Presidenziale – conclude Assad – rimarrà sempre una decisione del popolo Siriano e nessun altro paese al mondo ha a che fare con questo. >>
CLARISSA MARACCI