ARCHEOSALA, PIANO ‘900, TERRAZZA
ANCONA – di Giampaolo Milzi – Potranno essere visibili dal pubblico la “domus romana” già individuata e parte delle altre antiche strutture murarie presenti nel sito archeologico coperto dalle strutture del cantiere per l’ampliamento del Museo della Città, ad Ancona. Attraverso una lunga vetrata che costituirà la parte più bassa della facciata lungo via Buoncompagno della nuova ala dell’edificio espositivo. E soprattutto dal’interno. Il secondo plesso del Museo sarà costituito da un piano terra e da un piano sovrastante, quest’ultimo coperto da una terrazza panoramica che darà su piazza del Plebiscito. Il salone terra, dedicato alla divulgazione della storia più antica del capoluogo marchigiano, sarà dotato di passerelle per consentire ai visitatori di ammirare i reperti archeologici immediatamente sottostanti e di pannelli espositivi. A questa sala “Archeologia” si accederà grazie ad una delle due nuove porte che saranno aperte in via Buoncompagno, affiancate in linea a quella già esistente (solo di uscita) nella stessa via. L’altra nuova porta, attraverso una rampa interna, condurrà al piano superiore, dedicato alla storia di Ancona del ‘900, con delle vetrate a pavimento sul piano archeologico. Attraverso una scala esterna che partirà dalla zona angolare via Beccheria-via Buoncompagno si potrà raggiungere la terrazza di copertura. Si tratta di una zona completamente all’aperto direttamente connessa al vicolo che, una volta riaperto, collegherà piazza del Plebiscito al citato angolo Beccheria-Buoncompagno. La scala esterna si svilupperà addossata alla grande parete, tutta in pannelli di vetro trasparenti, che darà su via della Beccheria.
L’ingresso principale del Museo, che immette nel corpo principale già esistente, continuerà ad essere quello di piazza del Plebiscito. Via della Pescheria, infilata tra i due corpi museali, continuerà a restare chiusa (cancellate in piazza del Plebiscito e in via Padre Guido), tranne che in occasione di particolari eventi. Per l’appalto in corso finalizzato al nuovo plesso espositivo il Comune ha stanziato 1 milione e100mila euro. Ma 800mila euro erano già stati spesi, nel 2001 e 2008-2009, per le campagne di scavo, le fondazioni e le opere di sostegno. La Fondazione Cariverona ha erogato un contributo di 1milione e 300mila euro. Il progetto di ampliamento (che ha modificato nel 2008 quello precedente datato metà anni ’90), è stato definito dalle architette municipali Patrizia Maria Piattelletti e Anna Giovannini, quello esecutivo ha visto il coinvolgimento dei colleghi Carla Lucarelli e Giambattista Paladino, incaricati dall’impresa edile del cantiere.
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)