<<PAGATE DI PIU’ GLI INSEGNANTI ANZICHE’ COMPRARE I COMPUTER!>> CHIEDONO GLI STUDENTI
di Clarissa Maracci
NAIROBI, 11 Luglio 2013 – Centinaia di insegnanti sfilano per le strade di Kisumu e Nairobi, ormai da tre settimane. Reclamano un salario dignitoso. Nonostante le pressioni, il Presidente Kenyatta sostiene che non è possibile per lo Stato affrontare una spesa del genere: il governo ha intenzione di tagliare la spesa pubblica che attualmente rappresenta il 50% delle tasse annuali, in contrasto con un 35% consigliato dall’International Monetary Fund. Ha però soddisfatto recentemente la richiesta dei Parlamentari di un aumento di stipendio e benefits.
Gli insegnanti delle scuole pubbliche chiedono al Governo un aumento di stipendio. Per ora, la remunerazione degli statali varia da 190 a 1900 dollari al mese. Gli scioperi, indetti tre settimane fa dal sindacato degli insegnanti, hanno coinvolto 200,000 insegnanti delle scuole pubbliche in tutto il Paese, con la richiesta di avere un alloggio pagato, trasporto e assicurazione sanitaria. Tale fu la promessa del Governo 16 anni fa, promessa evasa sia da Kibaki che dal nuovo presidente Uhruru Kenyatta, il quale però sta per lanciare un progetto di educazione informatica in tutto il paese attraverso la distribuzione di computer in tutte le strutture scolastiche pubbliche.
Questo progetto, in partnership con Microsoft, prevede l’acquisto di 1.2 milioni di laptop, e costerebbe al Governo 676 milioni di dollari in 3 anni. Più di 30.000 insegnanti sono già stati formati per l’utilizzo del pc e potranno istruire circa 1,8 milioni di studenti, almeno secondo Louis Otieno della Microsoft Africa Initiatives. Ma gli studenti e i genitori non ci stanno “Pagate gli insegnanti anziché comprare i computer”, gridano i manifestanti. Di fatti, basterebbe fare un giro per il Paese per rendersi conto facilmente che molti studenti non possono permettersi neanche un pasto decente, quaderni e matite, libri, medicine, e trasporti. A tal proposito, il Presidente dell’Associazione dei genitori, Musau Ndunda, ha fatto notare che nell’ultimo periodo sono spariti 70 milioni di libri dalle scuole elementari (primary schools), “se sono capaci di perdere una quantità del genere di libri, con i computer sarà molto peggio”, andrebbero rubati o persi. “Non puoi tenere una cosa del genere in casa se non hai neanche da mangiare”.
Il portavoce del Governo, Muthui Kariuki, ha risposto a tali obiezioni difendendo il progetto “Chiunque critichi questo progetto non è evidentemente interessato al futuro” ha dichiarato “siamo in un’era digitale tra i nostri bambini cresceranno i futuri managers della “Silicon Valley”, spingendo la crescita e creando posti di lavoro. La tecnologia è l’unica frontiera che rimane.”
In questo periodo di fermento politico, c’è un fatto estremamente positivo e forse eccezionale per un paese dell’Africa Subsahariana: la gente comune può scioperare, manifestare in piazza senza temere di essere uccisa o torturata dalla polizia. Per questo, secondo gli analisti è altamente possibile che anche altre categorie statali si uniranno ai cortei per ottenere un salario dignitoso.
Il diritto di sciopero è garantito dalla nuova costituzione del Kenya, approvata nell’Agosto del 2010 con referendum popolare ed entrata in vigore all’inizio di quest’anno. La Costituzione, oltre a garantire i diritti fondamentali dell’individuo, introduce la devolution con l’attribuzione di potere alle Contee e sancisce un principio basilare dello stato di diritto, quello della separazione dei poteri ( legislativo, esecutivo e giudiziario), principio originato durante la rivoluzione francese da parte del filosofo Montesquieu e incorporato nei testi Costituzionali europei già da due secoli.
Gli articoli 70 – 86 della nuova Costituzione sanciscono i diritti fondamentali e le libertà dell’individuo. Sebbene il diritto di sciopero non sia affermato esplicitamente, l’articolo 80 garantisce il libero associazionismo e regola dettagliatamente le procedure di registrazione dei sindacati. Nel concetto di libero associazionismo ovviamente rientrano le attività del sindacato, tra i quali le manifestazioni, gli scioperi e il diritto di negoziare collettivamente. Per quanto riguarda il caso degli insegnanti delle scuole pubbliche, il diritto a ricevere una giusta remunerazione ( the right to fair remuneration) è sancito dall’articolo 52 della nuova Carta.
La Costituzione è stata presentata all’Attorney General il 7 Aprile del 2010, ed è stata approvata per refendum popolare con il 67% dei voti. Il nuovo testo costituzionale è stato fortemente voluto dal leader dell’opposizione, Raila Odinga. La nuova Carta Costituzionale va a rimpiazzare il vecchio testo, quello approvato nel 1969, sei anni dopo l’indipendenza del Kenya dagli inglesi. Il sistema kenyota rimane la Repubblica Presidenziale, attualmente presieduta da Uhrurhu Kenyatta, eletto nel marzo 2013.
Al momento, Kenyatta non sembra persuaso dalle manifestazioni sindacali, il timore del Governo è che nell’accettare il compromesso con gli insegnanti si possa scatenare un effetto domino con le altre categorie di dipendenti pubblici. In questi giorni, i genitori e gli insegnanti stanno con il fiato sospeso a vedere quale sarà l’esito di questa battaglia sindacale mentre i bambini giocano per le strade delle città e nei campi di mais perché per loro, quest’anno, le vacanze di fine trimestre sono arrivate prima.