NUOVA DELI, 6 APRILE 2013 – Dopo il ritorno dei due marò in India, trapelano le prime notizie sul processo a loro carico, diffuse dalla stampa locale. Il caso è stato affidato alla NIA, l’agenzia federale, dopo che la Corte Suprema ha ritenuto che il governo di Kerala non avesse giurisdizione sul caso.
La NIA intraprenderà le indagini ex novo, partendo da questa notizia di reato: i pescatori Jelastin e Pinku sono stati uccisi da due militari della marina italiana che si trovavano a bordo della “Enrica Lexie”, una nave italiana, nel Mare Arabico, il 15 Febbraio 2012.
La Corte che giudicherà il caso sarà la Patiala House Court di Nuova Deli, corte speciale che giudicherà i due fucilieri assaltatori, accusati di omicidio, di cui all’articolo 301 del codice penale indiano:
<<If a person, by doing anything which he intends or knows to be likely to cause death, commits culpable homicide by causing the death of any person, whose death he neither intends nor knows himself to be likely to cause, the culpable homicide committed by the offender is of the description of which it would have been if he had caused the death of the person whose death he intended or knew himself to be likely to cause.>>
La pena applicabile in base alla sezione 302 del medesimo codice, potrebbe andare dall’ergastolo alla pena di morte <<Whoever commits murder shall be punished with death, or imprisonment for life and shall also be liable to fine.>>
L’altra legge applicabile – secondo le fonti indiane – è quella contro la pirateria marina, la legge sulla Soppressione di Atti Illeciti contro la Sicurezza della Navigazione Marina del 2002, la cui sezione 3 prevede che “Whoever, unlawfully and intentionally, causes death to any person shall be punished with death;”
Tuttavia, questa previsione potrebbe essere un mero spauracchio paventato dalla stampa, poiché la legge parla di “Intentionally” dunque di dolo. Inoltre c’è stata la promessa da parte del Governo indiano di assicurare che i due militari italiani non vengano condannati aa morte. Significative in questo senso, le parole del Ministero dell’Interno indiano, “Non possiamo tornare indietro su un impegno preso con uno Stato sovrano: se lo facciamo, nessun Paese collaborera’ piu’ con l’India in futuro”.
CLARISSA MARACCI