di Avv. Valeria Marini, con la collaborazione della dott.ssa Arianna Rossoni
Nuovi obblighi per le aziende alimentari dal 13 dicembre 2014: a decorrere da tale data entra infatti in vigore, in tutti gli Stati membri, il Regolamento europeo n. 1169/2011, che impone la fornitura obbligatoria delle informazioni sugli alimenti. La riforma europea dell’etichetta prevede, in un’ottica di armonizzazione di tutte le norme nazionali in materia, una prorompente parola d’ordine: rafforzare la salvaguardia della salute dei consumatori, senza tuttavia limitare la libera circolazione delle merci. Tutti i produttori di alimenti devono ora indicare, nelle etichette, in modo completo e trasparente una serie di informazioni, quali la dichiarazione nutrizionale degli alimenti, la presenza di allergeni, la data di scadenza anche sull’incarto interno del cibo, precise indicazioni sull’origine e sulla sede dell’operatore alimentare responsabile delle informazioni sul prodotto. Si prevedono inoltre una dimensione minima di caratteri tipografici ai fini di una più agevole leggibilità delle etichette nonché un divieto assoluto di fornire indicazioni fuorvianti sulle confezioni.
Proprio in quest’ultima direzione si impone la più attesa (dai consumatori!) e discussa innovazione: è ora necessario indicare con precisione la natura dell’olio utilizzato nella preparazione dell’alimento, apponendo l’eventuale e ulteriore specificazione “totalmente idrogenato” o “parzialmente idrogenato”. In altri termini, non è più possibile ingannare il consumatore celando, dietro la generica dicitura “olio vegetale” (anche se non idrogenato), l’impiego di grassi vegetali a basso costo e fortemente dannosi per la salute, primo fra tutti l’olio di palma.
Le aziende alimentari italiane -per fare due nomi tra i tanti: Barilla e Ferrero- che hanno sempre fatto un ampio uso di tale grasso tropicale classificandolo con la generica dicitura “olio vegetale”, si sono viste costrette ad indicare la presenza, nei loro prodotti, dell’olio di palma. Ed ecco che se si scorrono le pagine dei siti Ferrero e Mulino Bianco, l’olio di palma viene indicato come virtuoso o è classificato, al pari delle altre materie prime impiegate, come eccellente. Una domanda sorge spontanea: se la materia prima in questione è così virtuosa o addirittura eccellente, perché non se ne dichiarava chiaramente e apertamente la presenza anche prima che entrasse in vigore la riforma europea dell’etichetta?
Se si analizza l’elenco degli ingredienti della Nutella, ci si rende subito conto che la composizione di quel meraviglioso e inconfondibile fluido ha come ingrediente principale, che segue allo zucchero, proprio l’olio di palma, la cui presenza nella Nutella supera il 35%.
Aprendo la pagina del sito internet della Nutella, dove sono elencati e commentati i sette ingredienti della stessa, appare una finestra titolata “le virtù dell’olio di palma”, il cui breve testo sottostante recita: “l’olio di palma è un olio vegetale estratto dal frutto dell’omonima pianta, esclusivamente dalla polpa e non dal seme”. Quali sarebbero dunque tali le virtù? Il testo riportato rimanda tutt’al più a una concisa definizione dell’olio in questione. Tralasciando per adesso la sussistenza o meno di qualsivoglia virtù salutistica associata all’olio di palma, mi pare un dato di fatto incontestabile che un testo il cui titolo rimanda a presunte virtù di una materia prima, senza poi specificare (o meglio nominare) in alcun modo suddette virtù, sia quanto meno discutibile.
In un’ulteriore finestra della medesima pagina si precisa il motivo per il quale la Ferrero sceglie di impiegare in Nutella l’olio di palma: “l’olio di palma viene utilizzato in Nutella perché conferisce al prodotto la sua consistenza cremosa e perché, essendo inodore ed insapore, esalta il gusto degli ingredienti di Nutella. Inoltre è l’opzione migliore per dare la giusta struttura al prodotto, garantendo la speciale spalmabilità di Nutella e, cosa molto importante, evitando di ricorrere al processo di idrogenazione, che creerebbe pericolosi grassi trans, nocivi per la salute.” Dalla lettura di suddetto testo, sembra dunque che l’olio di palma costituisca comunque un’opzione da preferire rispetto ai grassi saturi idrogenati a causa del rischio di acidi grassi trans, questi sì dannosi.
Volendo avere piena contezza delle reali proprietà e caratteristiche della materia prima grassa di cui sopra, mi sono rivolta ad una professionista del settore nutrizione, autrice tra l’altro del sito “Alimentazione in equilibrio”: la dietista dott.ssa Arianna Rossoni. Queste le sue considerazioni in merito all’uso dell’olio di palma:
“La recente legge europea che determina l’obbligatorietà di segnalare in etichetta la presenza di olio di palma ha veramente messo alle strette tante aziende alimentari che negli anni hanno fatto ampio uso di questo aberrante prodotto, pericoloso e dannoso per la salute. L’unica tipologia di olio di palma che parrebbe avere vaghi effetti benefici è l’olio di palma rossa, pressoché introvabile e molto costoso: difficile che multinazionali come Nestlè e Ferrero lo usino nei loro prodotti. Eppure, ecco che magicamente sul sito della Nutella compaiono messaggi che sembrano associare l’olio di palma a virtù salutistiche”
Ritengo che sia estremamente pericolosa la veicolazione di questo messaggio, poiché l’olio di palma è tra i principali imputati di patologie cardiovascolari, aterosclerosi, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia, oltre ad essere associato a svariate patologie degenerative quali Parkison, Alzheimer e diabete.
Quanto alla questione dei grassi saturi, non dobbiamo farci trarre in inganno da un cinquantennio di dietetica grassofobica; diverse pubblicazioni scientifiche hanno dimostrato non solo che i grassi saturi non sarebbero dannosi per l’organismo, ma addirittura che alcuni di essi possano essere alleati della nostra flora batterica intestinale. Il problema, al più, sta nella lunghezza della catena del nostro grasso saturo: quelli a media-corta catena sono benefici, quelli a lunga catena sono nocivi e certamente aterosclerotici. L’acido palmitico, di cui l’olio di palma è illustre rappresentante, è quello più pericoloso per la nostra salute: dunque, sebbene l’olio di palma contenga meno saturi di burro e cocco, è da rifuggire per il bene del nostro cuore. Il fatto che -come Nutella specifica- non sia idrogenato non incide a migliorarne il profilo qualitativo”.
I nuovi obblighi per le aziende alimentari certamente influiscono ed influiranno sulla pubblicità dei propri prodotti da parte delle medesime aziende. Dall’altra parte della pubblicità, di qualsiasi prodotto, infatti, ci siamo noi, i consumatori per la cui tutela il nostro Codice del Consumo prevede all’art. 21 che non sia ammessa la c.d. “pratica commerciale ingannevole” . Si precisa al terzo comma dell’articolo in questione che “è considerata scorretta la pratica commerciale che, riguardando prodotti suscettibili di porre in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, omette di darne notizia in modo da indurre i consumatori a trascurare le normali regole di prudenza e vigilanza”. E ancora, al quarto comma ”è considerata, altresì, scorretta la pratica commerciale che, in quanto suscettibile di raggiungere bambini ed adolescenti, può, anche indirettamente, minacciare la loro sicurezza”. Una tutela che non solo è prevista nel nostro ordinamento. La stessa multinazionale piemontese produttrice della crema alla nocciole più famosa al mondo (per la precisione la sua filiale statunitense Ferrero USA) è stata condannata a pagare un risarcimento di oltre 3 milioni di dollari per una campagna pubblicitaria fraudolenta trasmessa negli USA che descriveva la crema come un prodotto nutriente, salutare e idoneo ad una colazione equilibrata per i bambini.
Questa la raccomandazione, per grandi e piccini, della dietista Rossoni: “è bene acquistare le creme spalmabili solo se prive di materia grassa proveniente da oli, di qualsiasi tipo siano. Controllate che contengano al più il burro di cacao quale esclusiva fonte di grasso: questo è a mio parere il compromesso migliore tra gusto, spalmabilità e salute.”
Certo non è da sottovalutare la pericolosità dell’olio di palma, ricco di grassi saturi che causano l’innalzamento del colesterolo ldl, principale responsabile della malattia coronarica e quindi dell’ictus e dell’infarto. Questo non significa che bisogna assolutamente bandire il consumo di Nutella, ma di farne uso moderato e saltuario.
Condivido la considerazione. Il problema dell’olio di palma è che andrebbe indicato, di modo che ciascuno possa fare le sue valutazioni e moderare adeguatamente il consumo degli alimenti che lo contengono.