Omicidio Chiara Poggi: Stasi colpevole entra in carcere

LA CASSAZIONE CONFERMA LA SENTENZA DI CONDANNA A 16 ANNI 

di avv. Tommaso Rossi (Studio Legale Associato Rossi-Papa-Copparoni)

imagesLa Cassazione ha pronunciato sentenza definitiva di condanna nei confronti di Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto del 2007. Sabato mattina, Alberto Stasi, oggi 32 anni, dopo 0tto anni dall’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, si è costituito accompagnato dal suo legale e dalla madre Elisabetta, entrando quindi nel carcere di Bollate.

Per lui nessuna parole, soltanto lacrime, dopo la notizia della decisione definitiva della Suprema Corte- sul ricorso presentato dal legale di Stasi nonché dalla Procura che chiedeva l’applicazione dell’aggravante dei motivi abietti e futili che avrebbero alzato la pena a 30 anni- arrivata un po’ a sorpresa, dopo poche ore di camera di consiglio, sebbene il Procuratore Generale avesse chiesto l’annullamento della sentenza, che avrebbe comportato la necessità di ricelebrare il processo.

La Corte di Cassazione ha confermato quindi la sentenza della Corte di Assise di Appello di Milano emessa nel dicembre 2014, giunta dopo il primo annullamento da parte della Cassazione (nell’aprile 2013) delle due sentenze di assoluzione conformi emesse in 1° e 2° grado nei confronti di Stasi.

16 anni di reclusione (pena ottenuta partendo dai 24 anni previsti come pena base per l’omicidio, senza aggravanti né attenuanti, con lo sconto di pena di 1/3 previsto con la celebrazione del rito abbreviato) sono una pena che- otto anni dopo l’evento- è assolutamente in grado di cambiare la vita di una persona, di un giovane che nel frattempo aveva ripreso a studiare, laureandosi e ottenendo il titolo di dottore commercialista.

Un iter giudiziario assai frastagliato e purtroppo anche “inquinato” dalla enorme pressione mediatica scatenatasi attorno a questo processo. 2 sentenze di assoluzione per insufficienza di prove, poi l’annullamento della Cassazione, la sentenza di condanna e oggi la conferma di essa.

Nel frattempo anni che passano, vite che vanno avanti e cambiano.

E il solito grande problema della giustizia. Una espiazione in carcere che inizia nei confronti di una persona diversa da quella che ha commesso il fatto.

Rita Poggi, la mamma di Chiara, accoglie con equilibrio la notizia: «Sono emozionata. Dopo le parole di ieri del procuratore eravamo un po’ pessimisti, ma giustizia è stata fatta». «Forse questo sarà un Natale diverso, dopo questa sentenza proviamo sollievo – ha aggiunto la signora Rita – anche se non si può gioire per una condanna, questa è una tragedia che ha sconvolto due famiglie, per me Alberto era quasi come un figlio». Il padre di Chiara ha definito «giusta» l’entità della pena.

Il legale di Alberto Stasi, Fabio Giarda, invece commenta:  «Una cosa allucinante. Prendiamo atto di questa decisione». «Quanto detto ieri (venerdì, ndr) dal pg è la realtà dei fatti – aggiunge Giarda – . È una pena che non sta né in cielo né in terra, come ha detto il pg, se uno ha fatto una cosa del genere deve avere l’ergastolo».

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