IL VERDETTO: COLPEVOLE DELL’OMICIDIO COLPOSO DELLA FIDANZATA REEVA STEENKAMP
di Dott.ssa Alessia Rondelli (Studio Legale Associato Rossi-Papa-Copparoni)
PRETORIA, 14 SETTEMBRE 2014- Il velocista sudafricano campione paraolimpico nel 2004, soprannominato “the fastest man on no legs”, è stato condannato per l’omicidio colposo della fidanzata, la modella sudafricana Reeva Steenkamp.
I fatti risalgono al 14 febbraio 2013 quando l’atleta sparò 4 colpi di pistola attraverso la porta del bagno della sua abitazione. Secondo la difesa Pistorius avrebbe sparato temendo che ci fossero dei ladri, mentre secondo l’accusa l’uomo ha ucciso volontariamente la fidanzata dopo un litigio.
Secondo la ricostruzione fatta in sentenza dal giudice Thokozile Masipa non sarebbe ravvisabile l’omicidio premeditato, bocciando così la tesi dell’accusa, che non ha provato al di là di ogni ragionevole dubbio la sussistenza di un disegno prestabilito.
Come avrebbe potuto l’accusato prevedere ragionevolmente che il colpo sparato avrebbe ucciso la vittima?
Il fulcro è proprio questo: l’uomo non poteva prevedere che avrebbe ucciso la persona dietro la porta. Il giudice ha ritenuto dunque che nello sparare intenzionalmente attraverso la porta del bagno il soggetto ha agito in modo affrettato, irragionevole e con una condotta negligente: non aveva intenzione di uccidere.
Una persona ragionevole avrebbe dovuto prevedere che sparare ad una persona dietro ad una porta avrebbe potuto causare danno o ucciderla.
La condanna è arrivata dopo la lunga lettura della dettagliata sentenza, durata ben due giorni, alla quale l’atleta ha assistito visibilmente turbato, spesso cedendo alle lacrime, in un tribunale gremito di giornalisti, senza mai pronunciare una parola.
Un giudizio da molti considerato fin troppo indulgente, che sicuramente sarà destinato a scatenare aspre polemiche anche tenendo conto della forte differenza di pena prevista: da 25 anni per omicidio premeditato, fino a 10 per quello colposo.
Basti pensare anche alla stessa pesante differenza che esiste nel nostro ordinamento: una pena non inferiore ad anni 21 per l’omicidio volontario contro una da 6 mesi a 5 anni per quello colposo.
Tutto rimandato pertanto alla prossima udienza del 13 ottobre prossimo in cui si aprirà una sorta di processo incidentale volto alla determinazione della pena, dove accusa e difesa si confronteranno di nuovo su aggravanti e attenuanti.
Data che l’atleta attenderà in libertà vigilata non sussistendo alcun pericolo di fuga, misura a cui è sottoposto da quando, a pochi giorni dalla vicenda, gli era stata concessa la libertà su cauzione, e che attualmente sta trascorrendo presso la casa di uno zio.
Una vicenda ancora molto lunga che continuerà a far discutere e che potrebbe riservare ribaltamenti di scena nei successivi gradi di giudizio vista la complessità della ricostruzione.
Nello stesso processo sono state discusse anche altre imputazioni: l’imputato è stato assolto dall’accusa di possesso illegale di armi e munizioni, mentre è stato condannato per spari in luogo pubblico in merito ad un episodio in cui lo stesso aveva esploso un colpo a suo dire involontariamente in un affollato ristorante di Johannesburg poche settimane prima dell’uccisione di Reeva.
La fine di un campione nella polvere. La fine di una donna nel sangue.