20 MAGGIO ’13, ROMA – Se l’uomo intervistato da Le Iene dice la verità, allora ecco che vacilla ancora una volta la credibilità di tutto il Parlamento italiano, affossato dalla bramosia e dalla insaziabilità di certi rappresentanti: senatori e deputati a libro paga di multinazionali e lobbisti. L’uomo protagonista del servizio della trasmissione Mediaset rimane anonimo e dice di sapere queste oscenità in ragione del suo ruolo di assistente parlamentare. Italia Uno ha trasmesso la pietra dello scandalo solo ieri sera, ma l’anticipazione aveva già provocato l’immediata reazione del presidente del Senato, Piero Grasso, nel corso della giornata di domenica: «Chi sa qualcosa sui parlamentari pagati farebbe bene a denunciare questi comportamenti gravissimi». Ha affermato l’ex procuratore antimafia. «Io – ha aggiunto – mi adopererò per fornire agli inquirenti nel più breve tempo tutte le informazioni che riterranno utili alle indagini». Una risposta immediata potrebbe essere una nuova legge sul tema della corruzione e del voto di scambio: «Per quanto mi riguarda ho dimostrato di considerare la lotta alla corruzione un’assoluta emergenza depositando, il mio primo giorno da senatore, un ddl con Disposizioni in materia di corruzione, voto scambio, falso in bilancio e riciclaggio , che martedì sarà preso in esame dalla Commissione Giustizia del Senato». Ma la legge anti corruzione non era stata già realizzata ed approvata poco fa (1 Novembre 2012) dal ministro della Giustizia del Governo Monti, Paola Severino? La legge in questione ha lacune evidenti e proporre un nuovo ddl sulla stessa materia dopo nemmeno un anno dalla riforma equivarrebbe ad un lapalissiano riconoscimento del fallimento e dell’inadeguatezza di quanto fatto e ci si domanda quanti tra i banchi di Camera e Senato siano davvero interessati e desiderino una legge più forte, con sanzioni più severe, laddove sarebbero gli stessi votanti i primi destinatari degli inasprimenti penali.
Nel servizio l’assistente parlamentare parla di “senatori e onorevoli a libro paga di alcune multinazionali, le cosiddette lobbies: ci sono le multinazionali che ogni mese per mezzo di un loro rappresentante fanno il giro dei palazzi, sia al Senato che Camera: incontrano noi assistenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori e onorevoli”. L’obiettivo, ha spiegato sempre la fonte anonima, è “far sì che quando ci sono degli emendamenti da votare, i senatori e gli onorevoli li votino a favore della categoria che paga”. Operazioni che prevedono una sorta di tariffario: “Per quel che mi riguarda, conosco due multinazionali, una del settore dei tabacchi e un’altra nel settore dei video giochi e delle slot machine ed entrambe elargiscono una 1.000 euro e un’altra 2.000 euro ogni mese”. La tariffa “cambia a seconda dell’importanza del senatore e quindi, se è molto influente, sale fino a 5.000 euro”. Per quanto riguarda poi, ha detto ancora, “le sale Bingo, si sono formati due gruppi, partecipati sia da uomini del centro sinistra che da uomini del centro destra. I due gruppi fanno capo ad ex ministri del centro sinistra”.
Grasso ha quindi annunciato di voler andare fino in fondo, come evince da una nota di Palazzo Madama: “Dalle anticipazioni giornalistiche in merito al servizio delle Iene su deputati e senatori che, nelle scorse legislature, sarebbero stati pagati da multinazionali per operare modifiche favorevoli ai disegni di legge in discussione emerge la denuncia di un comportamento che, se provato, sarebbe gravissimo. (…) Purtroppo la natura di denuncia, anonima nella fonte e nei destinatari, rende difficile procedere all’accertamento della verità. Spero quindi che gli autori del servizio e il cittadino informato di fatti così gravi provvedano senza indugio a fare una regolare denuncia alla Procura, in modo da poter accertare natura e gravità dei fatti contestati (…) Da parte mia assicuro che mi adopererò per fornire agli inquirenti nel più breve tempo tutte le informazioni che riterranno utili alle indagini». La speranza sarebbe che quanto raccontato sia frutto di immaginazione e voglia di apparire, farsi notare, da parte di un soggetto che non aveva meglio da fare che inventarsi questa storia da consegnare ai media, ma purtroppo le notizie di ogni giorno , gli inciuci di vario genere, la sete di potere, il perseguire i propri interessi senza tenere conto delle vere necessità dei cittadini renderebbero quanto denunciato un qualcosa di non tanto “anomalo”, altro letame su letame. Ed il problema reale è che pare che ci siamo abituati alla puzza.
MOSE’ TINTI