UN LIBRO DAL LABORATORIO OFFICINA
ANCONA – di Enrico Vianelli –
Un libro scritto davvero a più mani, e con tanta, particolare quanto appassionata partecipazione, “Pena 99/99/9999 Parole degli uomini (senza) ombra”. I coautori, infatti, sono dieci detenuti condannati per reati legati alla mafia ristretti nella sezione di massima sicurezza del carcere di Fossombrone (PU). Coinvolti in uno dei diversi laboratori di scrittura promossi nelle case circondariali (due dei quali a Villa Fastiggi di Pesaro) dall’associazione culturale L’Officina, una onlus con sede ad Ancona che ha come obiettivo quello di alleviare la condizione di soggetti particolarmente disagiati attraverso liberatorie attività d’espressione creativa. Il libro, edito nell’ottobre 2014 dalla stessa associazione, è stato protagonista di un incontro svoltosi venerdì 13 febbraio alla Casa delle Culture del capoluogo marchigiano.
Scopo del laboratorio, quello di spingere coloro che sono stati incarcerati a riappropriarsi della loro “ombra”. “Ombra” nel senso di quella identità, di quella dignità perdute nel momento in cui sono stati strappati dalla società in seguito a una colpa. Un lavoro difficile, delicato dunque. “Nonostante ciò – hanno sottolineato Mario Casabona e i poeti Alberto Ramundo e Paolo Vachino, del team de L’Officina presente all’incontro – è emersa con pienezza l’umanità dei detenuti, alcuni dei quali sono dietro le sbarre da più di venti anni. Un’umanità ancora ben viva, nonostante penalizzata dal forte calo di autostima determinato dalla condizione di restrizione”. Una condizione che, al contrario di quanto sancito dall’art. 27 della Costituzione italiana, troppo spesso si traduce in trattamenti contrari proprio al senso di umanità, mentre essi “devono tendere alla rieducazione del condannato”.
I promotori del progetto hanno inoltre rimarcato come tra i detenuti con i quali hanno prodotto il libro “latiti la speranza di ottenere un giorno quella reintegrazione sociale che le leggi italiane dovrebbero favorire”. Una piacevole sorpresa, in definitiva, l’aver constatato quale altissima considerazione queste persone ripongano in attività come la scrittura e la lettura, diversamente da molti uomini liberi.
Originale e intrigante, il metodo utilizzato per rappresentare questo spaccato di realtà carceraria. I responsabili del laboratorio, approfittando degli orari di visita nel carcere, hanno tenuto dei colloqui-intervista coi detenuti, proponendo loro spunti e chiedendo loro contributi scritti da inserire e ricucire in un racconto il cui protagonista è uno stravagante personaggio di fantasia. Ovvero un viaggiatore interstellare che, reduce da un’avaria al suo mezzo spaziale, è costretto a un atterraggio di fortuna su un pianeta sconosciuto, la Terra. Qui il primo luogo che ha modo di conoscere è proprio il penitenziario, “una costruzione che aveva una forma diversa da tutte quelle che c’erano intorno”. Il viaggiatore si relaziona coi detenuti, ai quali chiede di parlare di se stessi e della loro vita in quello strano posto “blindato”, raccogliendo così tutte le loro storie.
Tramite i racconti degli autori-carcerati, si delinea uno scenario di angoscia, esasperazione e rassegnazione. Da cui emerge in modo evidente una condizione esistenziale di separazione forzata, non solo dalla società nella quale i reclusi hanno commesso degli errori, ma anche dai loro affetti familiari. Il racconto si conclude con la drammatica elencazione dei decessi (alcuni per suicidio) avvenuti nelle carceri italiane dal 2003 fino all’inizio del 2013.
In definitiva, chi legge “Pena 99/99/9999 Parole degli uomini (senza) ombra”, finisce per chiedersi proprio quale sia il reale senso della condizione carceraria, e come tale condizione tradisca in Italia lo spirito del dettato costituzionale. Il lettore comprende come laboratori di scrittura ed espressione creativa come quelli organizzati da L’Officina offrano ai detenuti un’occasione preziosa non solo e non tanto per riflettere sugli errori commessi in passato, ma per intraprendere già in carcere – con più ottimismo, fiducia e senso di responsabilità – quel percorso di rieducazione alla vita esterna con pari opportunità e diritti che le istituzioni dovrebbero loro garantire.
Per acquistare il libro e altre info:www.associazionelofficina.com –
tel. 331/1611751(Alberto Ramundo)
(tratto da Urlo mensile di resistenza giovanile)