Primavera, tempo di rinite allergica

SCOPRIAMO CAUSE E RIMEDI

del dottor Giorgio Rossi

  Siamo in primavera e con essa si riaffacciano tutti i problemi connessi alle allergie in particolare alla rinite allergica, patologia infiammatoria della mucosa nasale che, si stima, colpisca oltre 6 milioni di italiani in pratica un italiano su 10.

 

Anche su scala mondiale si calcola che colpisca dal 10% al 20% della popolazione con un incremento del 5% negli ultimi 5 anni. Questa patologia sta diventando un problema sanitario a livello globale per il suo impatto diretto sulla qualità della vita dei pazienti e sul loro rendimento lavorativo, da cui deriva anche un ingente costo economico sia come spesa diretta per cure mediche , ma anche spese indirette.  

 

Gli esperti dicono che l’aumento è dovuto all’inquinamento atmosferico che provoca una irritazione diretta delle mucose respiratorie, ma anche un aumento dell’effetto degli allergeni interagendo direttamente con i pollini rendendoli più allergizzanti. Un’altra causa è ascrivibile ai cambiamenti climatici.

 

I sintomi della rinite allergica sono localizzati in due aree ben distinte: il naso e gli occhi. A livello nasale si manifesta con la congestione della mucosa, il prurito, il naso che cola ( rinorrea), gli starnuti ripetuti e frequenti. A livello oculare si presenta con prurito, lacrimazione abbondante e arrossamento degli occhi. Questi si manifestano quando l’organismo entra in contatto con un allergene e il sistema immunitario, che ha il compito di difendere il corpo dall’attacco di agenti esterni come virus e batteri, nella persona allergica, produce una quantità eccessiva di anticorpi ( le immunoglobuline IgE) che reagiscono alle sostanze erroneamente riconosciute come nemiche.

 

Spesso viene sottovalutata e paragonata ad un normale raffreddore stagionale e considerandolo un problema di lieve entità ricorrendo a rimedi di automedicazione che tendono a tamponare il problema senza risolverlo e a procrastinare il momento della diagnosi vera e propria . Il ritardo diagnostico comporta il rischio ben più grave dell’asma bronchiale; infatti si stima che persone con rinite abbiano probabilità quattro volte superiori rispetto ai soggetti sani di sviluppare asma.

 

A scattare una fotografia della rinite allergica in Italia è ora un’indagine realizzata da GFK Eurisko per Meda Pharma, che ha indagato non solo la diffusione della patologia, ma anche l’impatto sul vissuto dei pazienti.

 

I più colpiti sono per lo più i giovani ( oltre il 50% è under 44 anni), con una leggera prevalenza al femminile ( le donne colpite sono il 55% contro il 45% degli uomini) e quasi il 40% soffre del disturbo in modo cronico e persistente con picchi in coincidenza della stagionalità pollinica ( primavera e inizio autunno)

 

Nonostante ciò si fatica a considerarla una malattia vera e propria. Spesso ci si rassegna convivendo con i fastidi che interferiscono, sul vissuto quotidiano dei pazienti: tra le attività maggiormente compromesse dalla rinite, la possibilità di stare all’aria aperta è al primo posto, seguita dall’impossibilità di dormire bene e dalla difficoltà a svolgere attività fisica.

 

Il 14% di quanti soffrono di rinite riferisce di aver perso dei giorni di lavoro a causa della rinite; a questo si aggiunge il cosiddetto “presentismo”, cioè presenza sul lavoro anche se si è poco produttivi. Si stima che il costo economico della rinite allergica tra costi diretti ed indiretti, solo in Italia, si aggira intorno 7,33 miliardi di euro all’anno.

 

Sempre dall’indagine della GFK risulta che tre persone su quattro non esitano a definire il disturbo come molto o estremamente fastidioso e uno su due lo reputa molto o estremamente serio, ma ad assumere farmaci è solo il 60% di quanti ne soffrono. Non solo. La maggior parte lo fa in maniera inadeguata: il 56% si cura solo per brevi periodi o addirittura pochi giorni (32%), il 53% si dimentica o sospende le terapie. Non stupisce, dunque, che solo il 13% si dichiari molto soddisfatto dell’attuale terapia e, tra quelli poco soddisfatti, quasi quattro su dieci pensano che sia impossibile ottenere risultati migliori. In pratica sono rassegnati a convivere con la rinite.

 

D’altra parte, tale atteggiamento viene anche un po’ favorito dal Sistema Sanitario Nazionale che non riconosce la rimborsabilità dei farmaci utilizzati per la rinite allergica.

 

Primo importante passo resta, comunque, una corretta diagnosi che deve avvenire attraverso la visita dello specialista allergologo e con l’utilizzo di semplici esami come il prick test e il RAST test; il primo consiste nel mettere qualche goccia di allergene purificato in contatto con la superficie cutanea scarificata (attraverso un leggero graffio); il secondo consiste in un prelievo di sangue nel quale vengono ricercati gli anticorpi di tipo IgE specifici per gli allergeni sospetti.

 

Molto utile per il monitoraggio dei sintomi durante il trattamento è un nuovo strumento costituito da una semplice scala visivo-analogica (Vas), già validata scientificamente per altre situazioni, ove in una barra graduata il paziente indica la percezione dell’entità dei sintomi. Questo sistema di valutazione è alla base di una nuova app gratuita, denominata “Diario dell’Allergia”, sviluppata dagli esperti del gruppo Macvia Aria, grazie alla quale gli utenti possono tenere quotidianamente traccia dei sintomi della rinite che, trasmessi poi al medico, consente di comprendere quanto la cura stia funzionando.

 

Sul fronte terapeutico, in arrivo un nuovo spray nasale a base di azelastina e fluticasone proprionato : la prima è un antistaminico che agisce bloccando gli effetti della reazione allergica , il secondo è un cortisonico che riduce l’infiammazione.

 

Per concludere, le raccomandazioni delle Società Scientifiche : evitare l’assunzione di farmaci al bisogno e proseguire il trattamento per tutta la durata dell’esposizione all’allergene.

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Back To Top