IL SENATO APPROVA UN EMENDAMENTO CHE INNALZA IL LIMITE PER LA CUSTODIA CAUTELARE A 5 ANNI DI RECLUSIONE
di Alessia Rondelli
-Roma, 4 agosto 2013- Prosegue il lungo cammino di approvazione del decreto legge sulle carceri, meglio conosciuto come ‘svuota-carceri’, voluto dal Ministro Anna Maria Cancellieri. Una novità importante è stata votata in Commissione Giustizia al Senato prima ed in Aula poi, che ha previsto la modifica dell’art. 280 del codice di procedura penale stabilendo che la custodia cautelare in carcere è disposta solo per i delitti per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 5 anni e non più a 4 anni. L’emendamento, presentato da Lucio Barani del gruppo ‘Grandi Autonomie e Libertà’, ha ricevuto il parere favorevole del governo ed è stato votato da tutti i senatori della maggioranza. La polemica non ha tardato ad arrivare ovviamente perché innalzando il tetto massimo di pena per far scattare la carcerazione preventiva si escludono dall’area della sua applicabilità una serie di reati comunque gravi quali finanziamento illecito ai partiti, abuso d’ufficio, reati di favoreggiamento, false informazioni ai pm e altri. Ma quello che più preoccupa è che rimarrebbe escluso anche il reato di stalking, in contrasto con tutto quanto è stato fatto per introdurre nella nostra società una tutela penale per le vittime di atti persecutori. L’art. 612 bis c.p. prevede una pena da 6 mesi a 4 anni per i cd stalker che, quindi a seguito della modifica, rimarrebbero esclusi dall’applicazione della custodia cautelare in carcere. Molte sono state le voci che si sono innalzate gridando allo scandalo, richiedendo il cambiamento del testo del decreto per evitare che si compia l’ennesimo errore. Reazione negativa anche da parte della stessa Cancellieri, che si è detta scontenta di questo cambiamento, ma speranzosa nel poter recuperare spazi di manovra proprio nell’ultimo passaggio alla Commissione Giustizia alla Camera. Il suo progetto è stato elaborato essenzialmente nella logica di trovare soluzioni per l’emergenza sovraffollamento carcerario con l’incentivazione di misure urgenti studiate ad hoc di cui la depenalizzazione fa sicuramente parte. Il problema è sempre quello dell’adeguatezza di tali misure, cioè riuscire a trovare il giusto punto di equilibrio nel contemperare esigenze diverse del pari urgenti. Ovvero se da un lato il sovraffollamento rappresenta un grave problema che espone l’Italia a svariate critiche e sanzioni, non meno importante è il dramma dello stalking, reato odioso divenuto quasi una piaga sociale, con esiti sempre più spesso fatali. Il Ministro ha comunque assicurato che sono già in corso riunioni con i capigruppo per tastare le possibilità di recupero su alcuni temi. Ha poi aggiunto che la depenalizzazione è uno strumento utile per alleggerire le carceri, per questo c’è un apposita commissione di studio che sta lavorando molto seriamente, “vediamo come andrà a finire”.