DUE GIOVANI STUDENTESSE BABY-PROSTITUTE AI PARIOLI
di Alessia Rondelli (praticante avvocato presso Studio Legale RPC)
ROMA, 3 NOVEMBRE 2013- Sono due ragazze giovanissime, di 14 e 15 anni, le baby-prostitute scoperte a Roma che ogni giorno, dopo scuola, incontravano e si vendevano ai proprio clienti. Due storie diverse che legano le due amiche del cuore: una, la più grande, figlia di una professionista benestante, spirito ribelle in continua lotta con la madre che per questo scappa di casa, la più piccola invece figlia di baristi con problemi economici, carattere mite, che la porta infatti a crollare per prima davanti agli inquirenti. Storie di famiglie inserite in tessuti sociali distanti, ma che si ritrovano a confrontarsi con la stessa dura realtà. La denuncia è arrivata dalla madre della ragazza 15enne, la quale, preoccupata per il suo cambiamento caratteriale, la sua aggressività e soprattutto l’ingente quantità di denaro di cui disponeva la figlia, ha voluto scavare a fondo scoprendo così la verità. Siamo nel quartiere fra i più conosciuti ed esclusivi di Roma, i Parioli, dove si trova la casa d’appuntamenti in cui le ragazze incontravano i clienti, ricchi professionisti sui 35 anni che arrivavano anche a pagare 500 euro a prestazione. Le indagini hanno portato all’arresto fino ad ora di 5 persone tra cui la madre della 14enne, che era a conoscenza dell’attività della figlia e ne riceveva parte dei profitti, e 3 uomini individuati come coloro che avevano adescato la 14enne su una chat in internet e l’avevano iniziata a tale attività, organizzando gli incontri e trattenendo parte dei compensi. Sullo sfondo della vicenda aleggiano motivazioni agghiaccianti, ciò che avrebbe spinto le due ragazzine sarebbe stata la voglia di soldi, ma anche il bisogno della droga, cocaina in particolare. L’accusa per gli arrestati è di sfruttamento della prostituzione minorile, mentre sono stati iscritti nel registro degli indagati per concorso alcuni dei clienti già individuati. Si tratta di uno dei delitti più riprovevoli previsti dal nostro codice penale all’art. 600 bis, recentemente oggetto di modifica con la legge di ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale firmata a Lanzarote nel 2007. La norma divide tra due ipotesi: chi recluta o induce, sfrutta, gestisce, controlla o trae profitto dalla prostituzione di minore di anni 18 (da 6 a 12 anni di reclusione) e chi invece compie atti sessuali con minore tra 14 e 18 anni, dietro corrispettivo, salvo che ciò costituisca più grave reato (da 1 a 6 anni di reclusione). Tema complesso e delicato proprio perché coinvolgente minorenni e per questo meritevoli di maggior tutela, ma il problema vero è fare i conti con la realtà, con l’attuale contesto sociale in cui le priorità e i valori già a quest’età risultano completamente sballati. La corsa al ‘diventare grandi’, i problemi familiari, lo sviluppo tecnologico giocano un ruolo fondamentale nella crescita dei ragazzi, che sempre più spesso seguono vie sbagliate per la voglia di evadere e per la facilità di accesso a tutto ciò che vogliono a cui sono abituati. Anche questa vicenda fa emergere l’altra faccia triste di Internet, dove le “donne” si mostrano come oggetti e la prostituzione diventa virtuale, come se dietro non ci fossero persone in carne ed ossa, e dove tutto si può comperare con un click. Poi il salto dal web alla vita vera avviene senza nemmeno accorgersi, per gioco o per necessità che sia, ma comunque sempre nascondendo un enorme disagio.