ANALISI DEI PROFILI MEDICI DELLA PROPOSTA DI LEGGE
del dottor Giorgio Rossi
Il giorno 19 ottobre scorso è stata approvata alla Camera la proposta di legge “ Disposizioni concernenti la coltivazione e la somministrazione della cannabis ad uso medico”
La legge deve ancora ottenere l’approvazione del Senato.
Con il testo si fissano criteri uniformi sul territorio nazionale garantendo ai pazienti equità d’accesso, si promuove la ricerca scientifica sui possibili impieghi medici e si sostiene lo sviluppo di tecniche di produzione e trasformazione per semplificare l’assunzione.
Le indicazioni sono quelle già approvate nel 2013 dalle autorità sanitarie di vari Paesi tra cui l’Italia e riguardano :
il controllo della spasticità e del dolore nella SLA ( Sindrome Laterale Amiotrofica);
il controllo del dolore da cancro;
il controllo della nausea e del vomito indotti da chemioterapia oncologica, radioterapia e terapie da HIV;
l’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa;
la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella Sindrome di Gilles Tourette ;
l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alla terapia convenzionale.
Il medico potrà prescrivere medicinali di origine vegetale a base di cannabis per la terapia del dolore e altri impieghi. La ricetta ( oltre a dose, posologia e modalità di assunzione) dovrà recare la durata del singolo trattamento, che non può superare i tre mesi.
I farmaci a base di cannabis prescritti dal medico per gli impieghi autorizzati dal Ministero della Salute saranno a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Se prescritti per altri impieghi restano al di fuori del regime di rimborsabilità.
La coltivazione della cannabis, preparazione e distribuzione alle farmacie restano affidate allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze.
Lo stabilimento fiorentino è stato scelto per le capacità delle Forze Armate sviluppate nel tempo e per la sicurezza della sorveglianza militare; inoltre sarà in grado di produrre 100 chilogrammi di sostanza attiva all’anno.
Se necessario può essere autorizzata l’importazione e la coltivazione presso altri enti. Sono stanziate risorse per un milione 700 mila euro.
A regioni e provincie autonome spetta il compito di monitorare le prescrizioni, fornendo annualmente all’Istituto Superiore di Sanità i dati aggregati per patologie età e sesso dei pazienti sotto terapia con cannabis, nonché quello di comunicare all’Organismo statale per la cannabis il fabbisogno necessario per l’anno successivo.
Norme specifiche prevedono campagne di informazione, aggiornamento periodico dei medici e personale sanitario e promozione della ricerca sull’uso appropriato dei medicinali a base di cannabis.
Per concludere, ricordo che gli effetti terapeutici della cannabis sono in relazione alla presenza di recettori su alcune aree del sistema nervoso centrale: gangli della base (controllo dei movimenti),cervelletto (coordinamento dei movimenti del corpo),corteccia cerebrale (funzioni cognitive), ippocampo (sensazione di sazietà), amigdala (emozioni,paure), midollo spinale (dolore).
Inoltre che la “cannabis di stato”, secondo la nota del Ministero della Salute, è costituita da inflorescenze essiccate e triturate, contenenti le due principali sostanze attive nelle seguenti percentuali :
Tetraidrocannabinolo (Thc) tra il 5% e l’8%;
Cannabidiolo (Cbd) tra il 7,5% e il 12%.
Concentrazioni considerate basse e non in grado di sviluppare effetti psicotropi , secondo quanto diramato da Ferderfama, che rassicura che la cannabis, in commercio a scopo terapeutico, non in è alcun modo utile allo “sballo”.