L’ISOLA DI CALORE CHE INFIAMMA LE ESTATI URBANE
del dottor Giorgio Rossi
Ci siamo appena lasciati alle spalle un’estate rovente e tutti ci siamo resi conto, per l’ennesima volta, che vivere in città significa fare i conti con temperature più alte, molto più alte di quelle che si trovano in zone circostanti anche a pochi chilometri.
Se questo è un dato empirico da tutti sperimentato, ora ne esiste la dimostrazione scientifica.
Alla base di tutto, secondo gli scienziati, vi è quella che viene definita “ isola di calore” ( Urban Heat Island), un particolare microambiente creato dal mix di cementificazione e superfici asfaltate che contribuiscono a un maggiore accumulo di calore durante il periodo diurno e che viene poi rilasciato per irraggiamento durante la notte, quando le differenze di temperatura tra zone centrali e rurali possono superare i 5 C°, in città di grande dimensioni, anche i 10C°.
Non stupisce allora che numerose ricerche dimostrino che questo caldo insopportabile, che non lascia tregua neanche di notte, abbia pesanti effetti sulla salute soprattutto negli anziani.
Un recente studio statunitense ha stimato un aumento del 3% dei ricoveri ospedalieri negli over 65 negli otto giorni successivi a condizioni di caldo estremo e il rischio di mortalità aumenta dall’1 al 3% per un aumento 1C° della temperatura oltre una specifica soglia.
I ricercatori dell’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibimet-CNR) hanno condotto uno studio, pubblicato su PLOS-one (Public Library of Science), in cui viene stilata una mappa delle città italiane e delle aree al loro interno ove è più alto il rischio diurno e notturno da caldo urbano per la popolazione anziana. Per elaborare le mappe sono stati usati una serie di dati satellitari di 13 anni (2001-2013) della NASA sulle temperature superficiali al suolo e di dati Eurostat sulla densità della popolazione totale e anziana.
Da questo risulta che circa il 70% della popolazione italiana risiede in aree urbane e tale valore è previsto in aumento fino all’80% entro il 2050, quando circa un terzo della popolazione italiana sarà rappresentato da anziani di età superiore a 65 anni.
Con questo studio i ricercatori hanno voluto fornire informazioni, finora mancanti, relative alla distribuzione spaziale del rischio da caldo nelle aeree urbane.
Le mappe sviluppate mostrano una marcata eterogeneità, con i livelli più elevati di rischio da caldo generalmente concentrati nelle zone centrali della città e nelle città costiere, ove il rischio alto o molto alto è in media più elevato rispetto a quelle dell’entroterra. Il più elevato rischio da caldo si raggiunge nel 15-16% circa della superficie totale a Napoli, seguita da Padova(8-9%) e Palermo (8%). Bologna e Genova hanno invece valori minori, sia di giorno che di notte.
Oltre alle aree più calde sono state anche individuate quelle zone ove il rischio da caldo è maggiore in relazione alla concentrazione di persone anziane. Valori di densità di popolazione particolarmente alti, associati a rischio da caldo molto alto, sono stati osservati a Genova e Napoli, tra le città costiere, Milano e Torino nell’entroterra.
Queste mappe, indicate nello studio, dovrebbero essere la base per pianificare e ottimizzare gli interventi delle autorità durante periodi di caldo estremo per cercare di contrastarne gli effetti.