Il mondo del carcere incontra quello della musica e non solo quella rock.
Il libro “Jailhouse rock” (edito Arcana) scritto da Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone e da Susanna Marietti anch’essa attiva da quasi vent’anni all’interno dell’associazione raccoglie le storie di musicisti che hanno varcato una o più volte le porte della prigione, da colpevoli o da innocenti, per un lungo o per un breve periodo durante il quale spesso le loro vicende personali si sono anche intrecciate con accadimenti storici che hanno segnato epoche.
I “protagonisti” hanno storie spesso molto diverse tra loro, le carceri che li hanno accolti sono state molto diverse, si va da quelle statunitensi, a quelle inglesi, francesi, italiane, giapponesi, fino a quelle del sud America o africane.
Ed ecco che scorrono i nomi e le vite di Johnny Cash, Sex Pistols, Joan Baez, Victor Jara , James Brown, Aretha Franklin, Keith Richards, Roberto Vecchioni, Vasco Rossi,Equipe 84, Tupac Shakur, i Dead Kennedys, Fela Kuti, Jimi Hendrix, Rolling Stones, Righeira e molti altri.
Parole, ma anche immagini, come quelle uniche delle foto segnaletiche degli artisti “imprigionati” : sono i c.d. mugshot , le istantanee che colgono il momento in cui gli arrestati, anche se famosi e rockstar, devono essere “schedati”.
Ed ancora l’esperienza di Ozzy Osbourne, Frank Sinatra, Janis Joplin, Joe Pass, David Bowie, Sid Vicious, Jim Morrison, David Crosby,Snoop Dogg, fino all’arresto dei nostri giorni delle russe Pussy Riot, processate per una canzone anti-Putin in un luogo di culto.
I due autori raccontano (anche alla presentazione del libro presso la Libreria Feltrinelli di Ancona avvenuta lo scorso anno) che l’idea del libro nasce oltre che dalla loro esperienza pluriennale all’interno del mondo del carcere e della tutela dei diritti dei detenuti, da una trasmissione radiofonica chiamata appunto “Jailhouserock” su Radio Popolare (www.jailhouserock.it/) ogni domenica dalle 21.00 alle 22.30 sulle frequenze della Lombardia, su quelle di Roma (103.3 Fm) e di altre radio di Popolare Network.
In Jailhouse rock, come nel libro, musica e di carcere si incontrano grazie anche alla collaborazione molto professionale dei detenuti del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso e del carcere milanese di Bollate. Ogni settimana viene realizzato un giornale radio dal carcere in onda all’interno della trasmissione radiofonica ma anche alcune cover, realizzate proprio dai detenuti, degli artisti che vengono fatti ascoltare durante la puntata.
Un modo diverso forse per vivere l’esperienza del carcere, per far uscire metaforicamente attraverso la musica quella parte che non si può richiudere del tutto, senza rinnegare o cancellare i propri errori ma rimettendosi in gioco in modo diverso.
“Quasi tutti questi racconti mostrano infine un’altra caratteristica comune: quella per cui se sei una persona abbiente, influente e vistosa potrai magari avere una vistosa bacchettata, ma quasi mai la bacchettata sarà anche davvero dolorosa. Quasi tutti i nostri musicisti dietro le sbarre, dopo grandi titoli di prima pagina, hanno abbandonato presto sbobbe, brande e ore d’aria grazie a schiere di avvocati e a soldi per facoltose cauzioni. Ma quasi tutti hanno vissuto grandiosamente la loro esperienza di prigionieri. E noi abbiamo in ciò un motivo di più per continuare ad amarli” (Dalla prefazione del libro Jaihouse rock)
Anche nelle Marche il carcere ha incontrato in qualche modo la musica. Presso la Casa Circondariale di Montacuto in Ancona è giunta alla terza edizione il laboratorio di radiofonia multiculturale promosso dall’Associazione Culturale Radio Incredibile che già da alcuni anni è attiva con questo progetto sia in Ancona che ad Ascoli Piceno. L’interessante progetto, coordinato da Arianna Masi, mira a fornire ad un gruppo di detenuti competenze nell’ambito delle tecniche radio e comunicazioni e attraverso questo percorso vengono aiutati a rielaborare le proprie storie, i propri percorsi, a dare loro voce in qualche modo anche attraverso il confronto, oltre che con se stessi, con le esperienze di altri detenuti spesso di altre culture.
Il gruppo di lavoro ha realizzato in questo modo il programma radiofonico “Radio ci siamo. Le cose non cambiano. Siamo noi a doverle cambiare” che possiamo ascoltare collegandoci al sito www.radioincredibile.com o sulle frequenze di Radio Ascoli e Radio Studio 24.
Un ringraziamento particolare, oltre ovviamente alla direttrice del carcere dott.ssa Santa Lebboroni, allo staff di Radio Incredibile che rende possibile questo progetto: Arianna Masi, David Del Bianco, Eva Veroli, Allegra Mocchegiani, Beatrice Concettoni, Flavia Castellano, Elena Torbidoni.