SOS AL PREFETTO PER VIA MONTEFERRO
ANCONA – di Giampaolo Milzi –
E’ finito sul tavolo del prefetto di Ancona, Antonio D’Acuto, veicolato da un duplice esposto, l’intricatissimo caso della disastrata strada di Sappanico oggetto dei lavori a singhiozzo per l’ampliamento della terza corsia dell’A/14. Sull’orlo di una crisi di nervi 45 “frontisti”, cioè i proprietari di abitazioni e/o porzioni di terreno che si affacciano sulla strada della frazione di Ancona, ovvero la vicinale – ma di interesse pubblico – via Monteferro. Quattro di loro, tra cui Alberico Talevi, in rappresentanza della Comunità di via Monteferro, il 18 marzo scorso, hanno scritto una lettera al capo della Prefettura in appoggio alla segnalazione già presentatagli il 9 marzo dalla P.A. Croce Gialla di Agugliano, in cui si chiede l’intervento dell’autorità prefettizia volto in qualche modo “ad interrompere lo scarica barile tra Comune di Ancona, Società Autostrade per l’Italia spa e Ministero dei Trasporti e ditta Ghella esecutrice dei lavori di ampliamento” in merito al dovere di “riparare i danni provocati sulla strada”. Danni gravissimi, sostengono i frontisti, categoria che – e ciò rende ancora più paradossale il caso – comprende anche il Comune, frontista in quanto proprietario di due lotti di terra. Danni che per di più riguardano anche altre 40 famiglie di residenti. Gravissimi perché? Si sono concretizzati nelle buche, negli avallamenti e nei rumori assordanti prodotti dal passaggio dei camion impegnati nel cantiere d’ampliamento autostradale. Con la conseguenza che non solo “la vita quotidiana dei residenti, ma anche i servizi di raccolta dei bambini per la scuola (scuolabus, ndr.) sono sottoposti a pericoli, ad un vero calvario”. I frontisti chiedono al prefetto di “nominare un commissario ad acta per risolvere inadempienze, omissioni, prevaricazioni, ed esaminare – se sussistono – reati riguardanti le amministrazioni pubbliche”.
Occorrerebbe un saggio per descrivere nei dettagli questo caso di contenzioso simile a una giungla burocratico-amministrativa. Caso originato dieci anni fa dall’approvazione del progetto definitivo per la realizzazione di un tratto di terza corsia autostradale avvenuta in sede di conferenza servizi presso la Regione Marche. Sviluppatosi nell’esproprio da parte della Società autostrade di una parte di via Monteferro (parallela all’A/14) e nel piano di realizzazione di una bretella di 500 metri (piano comunque e di fatto fermo) che potesse servire da alternativa viabile ai residenti. A marzo, Il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli ha ribadito che “Via Monteferro è una strada privata, il Comune non può intervenire per sistemarla e non credo che le cose possano cambiare”. Dichiarazioni che hanno gettato benzina sul fuoco delle protesta della Comuntà dei frontisti. “Macché strada privata. – ha sottolineato tra gli altri Talevi – In via Monteferro transitano ogni giorno 4.700 veicoli, di cui il 90% di non residenti. Con l’aggravante che l’Amministrazione comunale ha consentito che si facesse scempio della strada, con passaggio continuo dei mezzi pesanti che hanno lavorato per la terza corsia”. Giallo nel giallo: a chi spetta l’onere dei lavori necessari per il ripristino delle condizioni di sicurezza dell’arteria viaria e della riparazione dei danni. La situazione sembrava giunta ad una svolta positiva il 9 settembre 2015, quando al termine di una riunione, tutte le parti in causa (Ministero Trasporti, Autostrade per l’Italia spa Comune di Ancona e abitanti di via Monteferro) avevano condiviso un protocollo d’intesa che prospettava, tra l’altro, “un ulteriore tavolo tecnico per accertare i lavori di ripristino necessari per riportare la strada alle condizioni attuali, onere contrattuale che ricadrebbe sulla impresa esecutrice Ghella” . “Ma il 30 ottobre scorso, al tavolo tecnico – denuncia Talevi – abbiamo appreso che, a differenza di noi frontisti e delle altre parti in causa, il Comune di Ancona non aveva ancora firmato il protocollo d’intesa”. “Né, a tutt’oggi – aggiunge Talevi – l’ing. Lucchettti del Comune ha mantenuto l’impegno di predisporre un piano d’intervento per la strada di Via Monteferro quantificando l’entità della spesa, impegno che aveva promesso di assolvere entro il gennaio 2016”.
C’è di più. Il Comune ha più volte chiarito di non avere la disponibilità economica per risolvere in autonomia il problema dei danni. Talevi: “Vero, ma va ricordato che nel famigerato protocollo d’intesa noi frontisti abbiamo messo nero su bianco che siamo disposti a devolvere al Comune gli oltre 100mila euro che la società autostrade ha già quantificato a nostro favore, e depositato presso la Cassa depositi e prestiti, a garanzia degli indennizzi per gli espropri di via Monteferro”.
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)