22 MAGGIO ’13, PARIGI – Uccidersi per protesta o perchè non c’è ormai più niente da fare: il suicidio come gesto politico (ma sempre con una buona e preponderante dose di instabilità mentale). La storia è piena di esempi di questo tipo; da Catone, posto da Dante a guardia del Purgatorio, il quale si tolse la vita ad Utica piuttosto che rinunciare alla libertà politica che ormai Cesare aveva di fatto sottratto, per arrivare ai nazisti che, con i l’Armata Rossa alle porte di Berlino, la fecero finita perchè non valeva la pena vivere in un mondo dove l’ideale nazista non avrebbe trionfato.
Anche quello che è successo davanti all’altare della Chiesa parigina di Notre Dame nella giornata di ieri è un gesto che passerà alla storia, per quanto è stato clamoroso e per la cornice, scelta di certo non a caso.
Dominique Venner era nato a Parigi il 16 aprile 1935. Ex paracadutista volontario in Algeria, campione della Francia reazionaria, cultore delle armi, della storia dei cavalieri e dei samurai, era attualmente direttore di una rivista bimestrale – la «Nouvelle Revue d’Histoire» – ispirata al “nazionalismo europeo”. Negli ultimi tempi era stato un attivo oppositore alla legge sui matrimoni gay (precisamente: legge sul «mariage pour tous», nozze per tutti, che rende il matrimonio e l’adozione identici sia per le coppie etero sia per quelle omosessuali).
«Serviranno certamente gesti nuovi, spettacolari e simbolici per scuotere i sonnolenti, le coscienze anestetizzate e risvegliare la memoria delle nostre origini». Lo aveva scritto martedì mattina sul suo blog lo storico francese di estrema destra Dominique Venner, invitando all’azione contro la «probabilità che la Francia cada nelle mani degli islamisti» e contro la legge sui matrimoni omosessuali, promulgata sabato scorso dal presidente François Hollande. Non si può dire che Venner sia stato incoerente: spararsi un colpo di pistola in bocca sull’altare di Notre Dame, la cattedrale di Hugo, uno dei simboli di Parigi. visitata da 13 milioni di persone ogni anno, è un gesto che lascia il segno.
La tragedia si è consumata intorno alle 16, quando c’erano 1.500 persone in visita. “Immagino lo choc di questi fedeli – dice Manuel Valls, ministro dell’Interno francese, intervenuto sul posto -. È stato il suicidio di un uomo disperato. Sono qui per testimoniare il dolore e la solidarietà della Francia alla Chiesa cattolica”.
Venner ha lasciato sull’altare cinque lettere, di cui però non è stato ancora rivelato il contenuto
Più in dettaglio, nel suo ultimo post, “La manifestazione del 26 maggio e Heidegger”, Venner aveva scritto che i dimostranti anti-nozze gay (di nuovo in piazza nel fine settimana) “hanno ragione di gridare la loro impazienza e la loro collera. Una legge infame, una volta votata, può essere sempre abrogata”. Ma, aveva aggiunto, “la loro lotta non può limitarsi al rifiuto dei matrimoni omosessuali”. Per evitare che la «Francia cada nelle mani degli islamisti», aveva quindi esortato, serviranno «gesti nuovi, spettacolari e simbolici». Poi aveva attaccato la classe politica in generale, tranne Marine Le Pen: “I governi di tutti i partiti (escluso il Front national), così come i datori di lavoro e la Chiesa, hanno accelerato con tutti i mezzi l’immigrazione afro-maghrebina”.
Poco dopo la notizia del suicidio, arriva su Twitter proprio un commento della Le Pen, destinato a scatenare polemiche: “Tutto il nostro rispetto a Dominique Venner, il cui ultimo gesto, eminentemente politico, è stato di tentare di svegliare il popolo di Francia”, scrive la leader dell’estrema destra francese del Front National.
“Alla pietà per un uomo morto vittima della sua fobia non si può non aggiungere una forte condanna alle parole di Marine Le Pen. È vergognoso ascrivere valori politici a un gesto autolesionista ma comunque profondamente violento” ribatte il presidente di GayLib (gay di centrodestra), Enrico Oliari. E aggiunge: “L’omofobia fa male anche a chi ne è portatore. Il presidente del Senato Grasso l’aveva detto scherzando il 17 maggio. La notizia del tragico fatto avvenuto dentro la cattedrale di Notre Dame ne è l’ennesima prova”.
Il gesto crea problemi anche alla stessa cattedrale francese. “È una disgrazia, è un dramma, è sconvolgente”: queste le parole del rettore della cattedrale, monsignor Patrick Jacquin. Che racconta anche che, in passato, diverse persone si sono tolte la vita lanciandosi dai campanili di Notre-Dame ma che mai nessuno si era ucciso all’interno della chiesa.
Dal punto di vista dei fedeli, inoltre, è subito sorta la domanda se sarà necessario o meno riconsacrare la cattedrale, visto che è stata teatro di un suicidio. In realtà, sarà sufficiente un “rito di riparazione” durante una messa feriale, probabilmente già nella giornata di mercoledì. La riconsacrazione era infatti necessaria prima del Concilio Vaticano II mentre il Caeremoniale Episcoporum, ora in vigore, prevede il solo rito di riparazione.
MOSE’ TINTI