PARIGI, 26 Maggio ’13 – Ancora una volta. Ancora della violenza ingiustificata e incomprensibile. Questa volta si parla di Parigi. Martedì scorso, alle ore 17.54 un ventitreenne soldato francese viene ferito alla gola con un taglierino che gli sfiora la carotide. Alcuni testimoni giurano di aver visto due aggressori, ma la polizia, al momento, è alla ricerca di un solo sospettato. Per lo meno fino al momento in cui saranno visionati tutti i nastri registrati delle telecamere della <<salle d’échange>>, quartiere de <<la Défense>>, luogo dell’aggressione, periferia ovest di Parigi.
Cédric Cordier, questo il nome del militare ferito, pattugliava la zona insieme ai colleghi quando è stato aggredito. Lo staff medico dell’ospedale Clamart definisce le sue condizioni non critiche, non è in pericolo di vita. Ma poteva andare molto peggio.
Il giovane Cordier fa parte del reggimento <<Chasseur de Gap>> corpo speciale Vigipirate, fondato nel 1978 con lo scopo di proteggere lo stato francese e i suoi cittadini dagli attacchi terroristici. Ad oggi, tutti gli obiettivi sensibili della capitale sono pattugliati da brigate composte a appartenenti alla Vigipirate e componenti della polizia nazionale francese. Com’è successo martedì a la Defense.
L’attentatore non è stato ancora identificato, anche se si sospetta di un uomo di origine nordafricana, di circa 30 anni, vestito con un maglione beige e un cappello di colore chiaro.
Troppo semplice e scontato pensare ad un collegamento con quello che, pochi giorni fa, è successo a Londra.
Queste le parole del presidente Hollande, che si trovava ad Addis Abeba al momento dell’aggressione, in merito alla vicenda:-dobbiamo considerare tutte le ipotesi, non penso tuttavia che possa essere stabilito un nesso con ciò che ha avuto luogo a Londra […] Non conosciamo ancora le circostanze in cui è avvenuta l’aggressione, ne l’identità dell’aggressore, ma dobbiamo tenere in considerazione tutte le ipotesi e non escluderne nessuna>>.
Alle parole caute del presidente, si contrappongono quelle del ministro degli interni Manuel Valls e quello della difesa Jean-Yves Le Drian, i quali hanno espresso la loro convinzione secono cui l’attacco è di chiara matrice terroristica, oltre ad esplicitare la personale e ferma condanna nei confronti dell’aggressione codarda di cui è stato protagonista il giovane militare. Sottolineano infine la loro solidarietà anche nei confronti dei colleghi di Cordier, che ogni giorno lavorano per proteggere la Francia e i cittadini francesi.
L’inchiesta è gestita, al momento, dalla sezione antiterrorismo della città di Parigi, guidata dal procuratore Robert Gelli.
CORINNA LENNELLI