“Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Nei primi quaranta giorni passati senza che prendesse neanche un pesce, i genitori del ragazzo gli avevano detto che il vecchio ormai era decisamente e definitivamente salao, che è la peggior forma di sfortuna, e il ragazzo li aveva ubbiditi andando in un’altra barca che prese tre bei pesci nella prima settimana. Era triste per il ragazzo veder arrivare ogni giorno il vecchio con la barca vuota e scendeva sempre ad aiutarlo a trasportare o le lenze addugliate o la gaffa e la fiocina e la vela serrata all’albero. La vela era rattoppata con sacchi da farina e quand’era serrata pareva la bandiera di una sconfitta perenne“.
E’ l’inizio del romanzo “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway. E’ l’inizio della storia di oggi. Sportivi, come sempre. Ma in questo caso, uomini, soprattutto.
Uomini che sono nati per misurarsi con se stessi, con la natura. Sfidando i limiti. E, soprattutto, danzando con la solitudine. In compagnia del rumore delle onde, delle parole del vento, e dell’eco delle profondità eterne.
Giovanni Soldini nasce a Milano nel 1966, il mare non gli scorre nelle vene. Ma la vela è la sua vita, fin da bambino.
A 16 anni compie la sua prima traversata dell’Oceano Atlantico.
Nel 1999 la gloria: Punta del Este, terza tappa della prestigiosa Around Alone, il giro del mondo in solitaria in barca a vela. L’imbarcazione FILA 60 piedi condotta da Giovanni Soldini, dopo aver varcato Capo Horn, taglia il traguardo vittorioso.
Ma a bordo con lui c’è Isabel Autissier, immagine felice di un miracolo. Uno di quelli che solo il mare è capace di raccontare. La velista francese, in corsa anche lei nell’Around Alon, viene disalberata e cade nell’oceano, in balia del vento e delle onde, coperta come in una grotta dalla barca capovolta.
Giovanni Soldini, quando tramite internet si diffonde la notizia, è in testa alla gara. Ma il suo pensiero va a Andrea Romanelli, il suo amico e compagno di equipaggio, che le onde del mare avevano strappato alla vita soltanto un anno prima.
Isabel è lì, nel freddo vuoto del mare, gelo e paura, silenzio.
Ventiquattro ore. Ventiquattro ore che Soldini ha impiegato per deviare dalla propria rotta e dirigersi verso quel punto del Pacifico meridionale indicato dagli strumenti elettronici. Ventiquattr’ ore per percorrere 170 miglia, oltre 300 chilometri, in una notte gelida, con onde che superano i 10 metri e venti che soffiano a 30 – 40 nodi, da 60 a 80 km all’ ora. Ventiquattro ore per una corsa contro il tempo, la corsa più difficile che nessun uomo possa mai aver corso.
Internet, i navigatori GPS, guidano il coraggio di Giovanni verso l’amica.a Arrivato sul posto scorge subito la barca della Autissier. Compie due giri attorno alla barca capovolta per perlustrare la zona, chiamando Isabelle, Soldini, al terzo giro, lancia un martello sullo scafo. E’ un segnale. Pochi secondi dopo si apre il portello posteriore e compare Isabelle. La Autissier butta in acqua l’ autogonfiabile e prende la cima lanciata da Soldini. Il vento capisce la delicatezza della situazione, la stanchezza di Isabel, e aiuta facendosi lieve e calmo i due coraggiosi amici.
“Isabelle e’ salva”. Queste le prime parole di Giovanni diffuse in un tam tam che sembra una tempesta festosa su internet. “E ora andiamo insieme in crociera”.
La vittoria in questo caso non è solo quella della conquista dell’around Alone. La vittoria eterna, immortale, è aver donato la vita.
“L’uomo non trionfa mai del tutto, ma anche quando la sconfitta è totale quello che importa è lo sforzo per affrontare il destino e soltanto nella misura di questo sforzo si può raggiungere la vittoria nella sconfitta”. Sempre una frase de “Il vecchio e il mare” ci accompagna- fluttuanti tra le onde della vita, ma sempre a galla anche nella sconfitta- alla fine della storia di oggi.
“L’uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto, ma non può essere sconfitto“.
Il mare mi aspetta.
TOMMASO ROSSI