DI GRAN RILIEVO SACRO E LOGISTICO
– ANCONA – di Giampaolo Milzi –
(foto di Silvia Breschi – Urlo Indiana Jones Team)
La Cappella-chiesetta degli Angeli di Varano nell’edificio del noto grande arco, è un po’ un giallo, riguardo le fonti storiche. Pochissime, assenti anche la sezione di Ancona dell’Archivio di Stato, ma capaci comunque di qualche certezza. E’ certo che nel sito, antichissimo, già nel Medioevo sorse una chiesetta, pare realizzata dai monaci dell’Abbazia di Portonovo, sotto i quali ne ricadeva la giurisdizione. Per l’architetto Vincenzo Pirani, autorevolissimo esperto di storia locale, “il titolo più antico del primo edificio religioso di cui si sappia da atti ecclesiastici era la Cappella degli Angeli Custodi”. Invece don Vincenzo Cruciani, che fu parroco a Varano nel 1785, in alcuni manoscritti sostenne che l’opinione pubblica la chiamò “fin dall’origine la Cappella dell’Angiolo”. Via via, nei secoli, attorno alla chiesetta e in connessione funzionale con essa, si sviluppò un complesso di altri edifici. Anche perché quel sito di campagna segnava il confine tra i territori di Ancona e Camerano. Un grande snodo viario di comunicazione, quindi. E di importanza anche difensiva e militare: ospitò un punto di avvistamento e di guardia (con locali d’alloggiamento per i sorveglianti) proprio a ridosso dell’arco, che svolgeva la funzione di vera e propria porta. Il sito, inoltre, comprendeva una stazione con rimessa per rifocillare i cavalli delle carrozze o di singoli viaggiatori, una rinomata osteria, un punto di ristoro e riparo per i numerosissimi viandanti. L’ipotesi è che sui resti di tale struttura logistica si sia poi costruita la palazzina con loggiato che s’innesta “ad elle” sull’edificio con l’arco. Tali accrescimenti edilizi si sarebbero verificati a partire dal ‘300, – dopo la traslazione della casa della Madonna da Nazareth in località Loreto (1291 – 1296) – resisi necessari per l’aumento del traffico di viaggiatori dovuto all’avvio dei pellegrinaggi a Loreto, intensificatosi fino a divenire una importantissima tradizione dopo che, dagli inizi del ‘500, a Loreto fu costruito il Santuario della Santa Casa.
E’ attestato che fin da tempi remoti la chiesetta degli Angeli, dove si celebravano messa e funzioni religiose, avesse un ruolo rilevante, forse di parrocchia. Di sicuro nel XVII secolo. Da fonti ecclesiastiche risulta che nel 1679 e nel 1690 fu visitata dal vescovo Conti, quando ne era patrono affidatario il nobile Cristoforo Ferretti. Nel 1679 Conti notò che l’immagine della Madonna di Loreto sull’altare (come l’intera chiesetta) era in cattive condizioni, e ne ordinò la rimozione. Situazione peggiorata 11 anni dopo: mancava anche tutto il necessario per celebrare la messa, e il vescovo dispose che il patrono Ferretti si desse da fare, altrimenti si sarebbe provveduto alla “sospensione” della chiesetta. Negli atti relativi a un’altra “santa visita”, quella che tra il 1757 e il 1760 compì il vescovo Mancinforte, la chiesetta è ancora citata col toponimo antico di Cappella degli Angeli Custodi. Nel 1775, sulle rovine della chiesetta originaria (di cui non restano tracce) fu costruita una cappella più moderna, con sagrestia, dal commendatore Liverotto Ferretti. Il quale, acquistato l’intero sito, ristrutturò tutto l’edificio con l’arco, trasformandolo in dimora di villeggiatura, coi suoi appartamenti (in particolare nel piano sopra la sacrestia), poi un casino di campagna (nel 1789) e un grande giardino. Non è noto quando la chiesetta acquisì il titolo di San Michele Arcangelo, con cui ancora è registrata come consacrata, secondo un annuario dell’Arcidiocesi degli anni ‘60.
Fonti: – “Notizie istorico – critiche di Varano”, a cura di Don Roberto Pavan, Cassa Rurale Artigiana di Ancona, 1988 (raccolta di manoscritti di don Vincenzo Cruciani, redatti tra il 1790 e il 1793)
– “Le chiese di Ancona”, di Vincenzo Pirani, edito da Arcidiocesi Ancona-Osimo, 1998
(articolo tratto da Urlo-mensile di resistenza giovanile)