IL 10 OTTOBRE MANIFESTAZIONI ANCHE NELLE MARCHE
– Ancona – di Martina Marinangeli e Giampaolo Milzi
A settembre, col riavvio delle lezioni, sono ripartite anche riflessioni e polemiche sulle problematiche legate al mondo della scuola. Il progetto di riforma proposto dal ministro dell’istruzione Stefania Giannini ha suscitato reazioni contrastanti: se da un lato in molti hanno applaudito i contratti a tempo indeterminato per circa 15mila insegnanti, più di 13mila di sostegno, quasi 5mila di personale ATA e 620 di dirigenti scolastici, dall’altro, aspre critiche sono state rivolte ai tagli degli stipendi e all’abolizione degli scatti stipendiali mediante l’introduzione di crediti – per meriti didattici, titoli ed incarichi – il cui accumulo permette l’aumento di salario. Va sottolineato comunque che l’introduzione del registro nazionale con i curricula dei docenti – attraverso cui i dirigenti potranno chiamare in cattedra i migliori e per compiti specifici – ha permesso al governo di difendere la riforma nel suo complesso brandendo l’arma della tanto spesso auspicata meritocrazia, che finalmente si punta ad introdurre.
Ma resta ad aleggiare nelle aule la vera questione: perché in una riforma della scuola si parla così poco di studenti? È la domanda che si è posta anche la Rete degli Studenti Medi (RSM), associazione nazionale nata da un sindacato studentesco sull’onda delle mobilitazioni del 2008. Per avere risposte concrete a questa e ad altre domande dalle istituzioni, la Rete ha indetto una nuova mobilitazione studentesca in tutta Italia per il prossimo 10 ottobre. In tale occasione, come ha affermato il portavoce nazionale Alberto Irone, si chiederà che riforma e riforme ripartano davvero dal basso, cioè dagli studenti e dalle assemblee, al fine di garantire realmente il diritto allo studio e di rendere il sistema di “governante” delle scuole veramente partecipativo.
“Vogliamo rimettere al centro lo studente perché serve un vero cambio di rotta, cioè di sistema e di metodo – afferma Leonardo Archini, uno dei membri di RSM Marche. – Siamo in una fase storica in cui è necessario confrontarsi, essere aperti e, quindi, più rappresentativi. Il premier Renzi e il piano di Riforma parlano di consultazioni preventive con tutte le categorie della Scuola. Bene. Peccato che non si citino, tra i soggetti con i quali costruire il cambiamento, proprio le associazioni studentesche, che in questi anni hanno prodotto numerose proposte inascoltate”. Quanto alla tanta pubblicizzata meritocrazia, RSM Marche ritiene “fondamentale una valutazione degli insegnanti”. Ma, aggiunge “che sia valutato anche il loro metodo in rapporto coi colleghi e nel contesto generale dei singoli istituti”. E soprattutto, sottolinea Leonardo, “che nella riforma sia inserito anche il contributo degli studenti alla valutazione dei prof”. Accennavi alla necessità di un cambio di rotta anche nel fine progettuale ultimo del comparto istruzione… “Sì. Nel senso che scopo dell’istruzione dovrebbe essere quello di rendere i ragazzi cittadini pienamente consapevoli, di educarli al senso civico. Per questo si dovrebbe puntare a fare avere a tutti un livello culturale medio-alto, aiutando economicamente chi altrimenti non potrebbe permettersi questo percorso. Oggi, al centro dell’iter formativo c’è il rapporto con il mondo del lavoro. Un aspetto indubbiamente importante. Ma esistono troppe differenze tra i cicli formativi per diversi istituti, trattati come compartimenti stagni”. Un esempio? “Per i ragazzi che frequentano i tecnici e le professionali i programmi non sono, come nei licei, all’altezza di preparare davvero alle Università. Noi invece pensiamo che debba essere introdotta una parte sostanziale di iter formativo unico, con spazio all’umanistica, per tutti. In modo che, rispettando la Costituzione, si diano pari opportunità a tutti gli studenti delle superiori di continuare poi con lo studio negli atenei”.
Altro nodo che interventi governativi e progetto di riforma tentano di scogliere è quello, molto preoccupante, delle carenze dell’edilizia scolastica. “Positivi gli investimenti già decisi per mettere in sicurezza le scuole – commenta Leonardo – anche se temiamo tempi attuativi troppo lunghi, rispetto ad una situazione diffusa di vera emergenza. C’è poi da sottolineare che molti report individuano in 20 miliardi la cifra necessaria. E i fondi stanziati sono insufficienti. In particolare servono scuole con aule e ambienti più ampi. Ne andrebbero costruite di nuove e moderne”.
Guardando alla situazione marchigiana, la manifestazione prevista per il prossimo venerdì 10 ottobre anche ad Ancona verterà anche sulla richiesta agli enti locali di concedere ai giovani spazi della città per attività culturali. Il Governo nazionale vuole introdurre anche la novità delle “scuole aperte”. Leonardo: “Su questo punto siamo rimasti positivamente sorpresi, perché è una novità che proprio la Rete Studenti ha auspicato per prima”. Cosa si intende per “scuole aperte”? “Speriamo che il Governo intenda il concetto davvero come lo intendiamo noi. Cioè istituti operativi tutto il giorno e a disposizione degli studenti per una didattica alternativa, ripetizioni gratis, laboratori teatrali, collaborazioni con i teatri. La RSM Marche, ad esempio, sta per avviare un progetto in partnership col Teatro delle Muse di Ancona. La novità delle “scuole aperte” fa parte di una piattaforma programmatica già presentata l’anno scorso dalla Rete all’ente Regione Marche, per contribuire a una proposta di legge sull’Istruzione regionale. “La nostra proposta – continua Lorenzo – si articola su quattro tematiche: oltre alle scuole aperte, miglioramento dei trasporti, libri per tutti, anche per chi non potrebbe permetterseli, e apertura di centri culturali per studenti gestiti da studenti. La Regione ha dimostrato grande interesse e disponibilità. E questo è molto importante perché è nostra intenzione dialogare con le autorità al fine di apportare un miglioramento significativo al sistema scuola”.
La manifestazione del 10 ottobre servirà a portare all’attenzione del Governo nazionale e delle amministrazioni locali il punto di vista di chi la scuola la vive in prima persona e troppo spesso subisce decisioni imposte dall’alto senza poter avere diritto di replica. In tal senso, la Rete vede “con preoccupazione” la parte della Riforma che dà ancora più poteri ai dirigenti scolastici e che rafforza la possibile partecipazione di soggetti privati esterni alla scuola con facoltà decisionali. “Una ulteriore concentrazione di funzioni sulla figura del dirigente scolastiche sarebbe rischiosa. –osserva Lorenzo – Pensiamo, al contrario, che vadano mantenuti e rafforzati i poteri degli organi collegiali interni, in quanto rappresentativi di tutte le componenti scolastiche. E siamo decisamente contrari ad influenze e condizionamenti di privati e sponsor privati nel processo pedagogico”.
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“Rete degli Studenti Medi Marche” – su Twitter @rdsmmarche – RDSM Marche
(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)