TRA TUTELA DEI DIRITTI FONDAMENTALI E UN POSSIBILE ERRORE GIUDIZIARIO
di Avv. Fabiana Latte
Con gli episodi dei giorni scorsi è ritornato in tutta la sua forza il tema del terrorismo e dell’estradizione.
Febbraio 2015 l’ulteriore episodio di sbarco di migranti irregolari. Di diverso presenta che a bordo di uno di questi barconi si trova Touil Abdelmajid, ventiduenne marocchino, probabilmente approdato in Italia per raggiungere la sua famiglia: sa madre e i suoi due fratelli che regolarmente vivono a Milano.
Appena arrivato in Italia, a Porto Empedocle, il questore di Agrigento ha provveduto a comminargli un provvedimento di espulsione.
Fin qui sembra una storia come tante. Perché, quindi, abbiamo deciso di raccontare la storia di Touil?
Touil in questi giorni è indagato e sospettato di essere uno degli autori dell’attentato al museo del Bardo di Tunisi dove sono rimasti hanno perso la vita ventiquattro persone, tra cui quattro italiani.
La sua storia non si ferma qui. Fa tornare imponente il tema dell’estradizione e il correlato divieto per lo Stato cd. richiesto, di concedere l’estradizione per quei reati che nel paese cd. richiedente, comporterebbe la pena di morte.
L’Italia in questi giorni sta vagliando e studiando tutti gli spostamenti del ventiduenne mentre per gli inquirenti tunisini Touil, già latitante e ricercato dalle autorità di Tunisi, avrebbe pianificato e partecipato attivamente all’attentato al museo del 18 marzo scorso. La polizia di Tunisi ha già ipotizzato le accuse: omicidio volontario, cospirazione, incendio e distruzione e partecipazione a sequestro di persone. L’autorità tunisina reputa il ventiduenne responsabile del feroce attacco al museo tunisino, pieno di turisti, molti dei quali sbarcati dalle crociere attraccate nel porto vicino e che solo dopo un blitz delle forze speciali tunisine hanno trovato la libertà e hanno visto la fine di quel tragico assalto.
Inoltre, risulta fondamentale il materiale ritrovato nell’abitazione della madre di Touil.
Avanti la Corte di Appello di Milano si è aperto il procedimento di estradizione a carico del giovane e lo stato tunisino (cd. Richiedente) ha quaranta giorni di tempo per trasmettere tutto il materiale probatorio posto a fondamento della propria accusa.
Vedremo, decorso questo termine a partire da oggi, che cosa decideranno i giudici.
In ogni caso, anche qualora la Corte di Appello di Milano esprimesse il proprio parere favorevole all’estradizione, sarà il Ministro della Giustizia a dover in ogni caso decidere se concedere l’estradizione o meno.
In tale frangente, torna la nostra Carta costituzionale che prevede, negli aricoli 10 e 26, che non si possa estradare un soggetto a meno che non sia garantito che lo specifico imputato non venga sottoposto a pena capitale. Questo rimane una delle principali tutele dei diritti fondamentali dell’uomo e che quasi sicuramente impedirà l’estradizione del ventiduenne.
Ricordiamo, infatti, che in Tunisia all’oggi è prevista la pena di morte per i reati contestati a Touil, anche se di fatto, è rimasta inapplicata dal 1991. Non dovrebbe ritenersi sufficiente che il presidente tunisino e il relativo partito di maggioranza siano del tutto contrari alla pena capitale.