L’ANALISI MEDICA DEI RISCHI LEGATI AL CALO DELLE VACCINAZIONI E ALLE CONTROMISURE PRESE
del dottor Giorgio Rossi
Nella settimana appena conclusa, i vari sistemi d’informazione hanno dato ampia notizia della dura presa di posizione della FONMCEO ( Federazione nazionale ordine dei medici e degli odontoiatri) presentando il Documento sui vaccini approvato all’unanimità dal Consiglio Nazionale della Federazione l’8 luglio..
Nel Documento la FNOMCEO ribadisce l’importanza dei vaccini come strumento insostituibile di prevenzione sanitaria ponendosi con decisione contro la cultura “Antivax”, il crescente movimento contro i vaccini e dichiara che i medici non possono sconsigliare i vaccini, altrimenti infrangerebbero il codice deontologico e andrebbero così incontro a procedimenti disciplinari, rischiando addirittura la radiazione.
Il Documento fa seguito alle preoccupanti dichiarazioni di alcuni mesi fa dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e del Ministero della Salute ( di cui abbiamo relazionato in questa rubrica) riguardante il sensibile calo delle vaccinazioni nel nostro Paese.
E’ stato infatti, affermato, che la copertura vaccinale nel nostro Paese è scesa al limite della soglia di sicurezza e tende ad un ulteriore calo. Ciò comporta il rischio di avere gravi conseguenze sia sul piano individuale che collettivo poiché scendere sotto le soglie minime significa perdere via via la protezione della popolazione nel suo complesso e aumentare contemporaneamente il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che si verifichino epidemie importanti, che malattie per anni cancellate grazie alla protezione dei vaccini riappaiono senza essere riconosciute e trattate in tempo.
I vaccini hanno cambiato la storia della medicina e si sono affermati come strumento fondamentale per la riduzione della mortalità e morbilità, modificando profondamente l’epidemiologia delle malattie infettive. L’impiego dello strumento vaccinale ha portato a risultati spesso clamorosi come la scomparsa del vaiolo – dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) eradicato nel maggio 1980 – e della poliomielite – dichiarata dall’OMS eliminata nella Regione Europea dal giugno 2002.
Scendono sotto il 95% le vaccinazioni per poliomielite, tetano, difterite ed epatite B( riconosciute obbligatorie dal SSN); ancora peggio vanno quelle contro morbillo, parotite e rosolia (facoltative per il SSN); quest’ultima, addirittura, non va oltre l’86%, diminuendo di oltre 4 punti percentuali rispetto ai valori minimi indicati dall’ultimo Piano vaccinale nazionale.
Sulla stessa linea la Società Italiana di Pediatria (SIP) che esprime grande preoccupazione per questo pericoloso fenomeno che sta provocando danni alla salute dei bambini con il ritorno di malattie che sembravano debellate. Un esempio tra tutti, la recrudescenza della pertosse nei primi mesi di vita- particolarmente pericolosa in questa fascia di età- proprio dovuta al calo della copertura vaccinale.
E per contribuire a contrastare questo fenomeno la SIP ha dedicato la Giornata Mondiale del bambino e dell’adolescente, tenutasi nello scorso novembre, proprio al tema delle vaccinazioni con iniziative di comunicazione rivolte agli studenti finalizzate a promuovere un messaggio positivo sui vaccini tra le giovani generazioni.
Vaccinarsi non è soltanto “una cosa da bambini”, come ricordano l’Associazione Italia Longeva ( geriatri) e la Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) (medici di famiglia) affermando che l’influenza colpisce ogni anno 4 milioni di persone e ne uccide 8 mila; e 8 su 10 delle sue vittime sono pazienti anziani. Il vaccino più diffuso tra gli ultrasessantacinquenni è quello antinfluenzale, ma ci si può utilmente vaccinare anche contro l’herpes zoster( il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio),
e contro la polmonite originata dallo pneumococco, che solo in Italia ogni anno causa 9 mila morti.
Anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) scende in campo ricordando che i vaccini salvano circa 2,5 milioni di vite l’anno e se oggi è possibile avanzare dubbi sull’opportunità di una campagna vaccinale è perché probabilmente si è persa la memoria storica delle epidemie e della mortalità infantile che prima che fossero scoperti vaccini ed antibiotici falcidiavano letteralmente intere generazioni e che,ancora oggi, una malattia come il morbillo può risultare mortale.
Di fronte ai dubbi dei cittadini, è necessario far loro comprendere che la mancata vaccinazione crea un rischio enormemente più alto rispetto a quello temuto di eventuali effetti collaterali.
In effetti, come per qualsiasi presidio terapeutico “vero”, esistono alcune situazioni che possono controindicare la vaccinazione. Si trattano o di controindicazioni temporanee come malattie acute con febbre di grado elevato, terapie in corso con farmaci che agiscono sul sistema immunitario come cortisonici, vaccinazioni con virus viventi se nei 30 giorni precedenti è stato somministrato un altro vaccino a virus viventi; oppure si trattano di controindicazioni definitive come quando il bambino ha manifestato gravi reazioni a precedenti vaccinazioni, è affetto da malattie neurologiche in evoluzione, è affetto da malattie congenite del sistema immunitario, è allergico alle proteine dell’uovo ( se il vaccino li contiene).
Chi ha una forte responsabilità nel calo della fiducia nelle vaccinazioni è il web ove, infatti, è presente una galassia di movimenti anti-vaccini ben organizzati che diffondono atteggiamenti negazionistici in modo rapido e capillare veicolando false informazioni dove presunti effetti tossici dei vaccini oscurano i documentati enormi benefici.
Tipico esempio è l’associazione fra vaccinazione ed autismo evocata in modo acritico dagli oppositori ispirati dalle pubblicazioni del medico inglese Andrew Wakefield che è stato poi nettamente smentito, costretto a ritirare le sue pubblicazioni pseudo scientifiche, condannato dai tribunali ed espulso dall’esercizio della professione.
La vaccinazione rappresenta anzitutto un concetto culturale e la comunicazione trasparente e continua sulla sicurezza dei vaccini rappresenta dunque una sfida quotidiana ed è di fondamentale importanza per continuare a infondere fiducia.