IL PUNTO PER DIFENDERSI DALLE MINACCE TERRORISTICHE
Di dott.ssa Amii Caporaletti
Il 31 marzo e l’1 aprile a Washington si è tenuto il Nuclear Security Summit al quale hanno partecipato 50 leader provenienti da diversi paesi.
Il vertice è stato fortemente voluto dal Presidente Americano Barack Obama, il quale al termine del proprio mandato presidenziale ha voluto fare il “punto della situazione” toccando diversi temi scottanti che riguardano la lotta al terrorismo islamico.
Obama ha ribadito l’impegno relativo al ridimensionamento degli armamenti nucleari già assunto nel 2009 a Praga, ove il Presidente aveva esposto il programma americano volto a ridurre al minimo gli arsenali atomici e la proliferazione delle testate nucleari. In quell’occasione gli Stati Uniti avevano sancito il negoziato con L’Iran, avente come oggetto la sicurezza nucleare. A tal proposito, Obama ha sottolineato che, seppur tale negoziato sia stato positivamente rispettato dall’Iran che lo ha “seguito alla lettera”, di contro, non ne sta invece attuando lo spirito d’intesa richiesto. l’Iran, a detta del Presidente americano, dovrebbe infatti evitare azioni provocatorie, perchè: ” Quando si lanciano missili balistici con slogan che inneggiano alla distruzione di Israele, questo rende difficile alle imprese andare in Iran. Perché le imprese vanno dove c’è un clima di sicurezza e dove possono essere sicure di operare normalmente”.
Ma il nodo centrale del vertice riguarda sicuramente la minaccia Isis ed il pericolo che l’organizzazione possa impadronirsi delle centrali nucleari e delle armi di distruzione di massa al fine di raggiungere i propri scopi.
Difatti, alla luce degli attentati del 22 Marzo a Bruxelles, si è appreso come i terroristi abbiano intenzione di appropriarsi delle centrali nucleari per raggiungere i loro scopi provocando distruzione su vasta scala. Come precisato da Obama, questi hanno già utilizzato in passato armi chimiche e laddove mettessero le mani sulla bomba atomica “non c’è dubbio che la utilizzerebbero per uccidere più innocenti possibili”.
Se ciò accadesse, tale circostanza “cambierebbe il mondo”. E’ dunque necessario che le principali potenze europee e non, facciano fronte comune contro L’Isis, aumentando i controlli e facilitando gli scambi di informazioni tra gli organismi di intelligence.
Gli Stati Uniti hanno dunque confermato il loro impegno sul “comune obiettivo di disarmo nucleare, sulla non proliferazione nucleare e sull’uso pacifico dell’energia nucleare”, ma, com’è possibile scorgere dalla nota ufficiale “la strada per un contesto internazionale pacifico e stabile passa per la lotta contro le minacce rappresentate dalle armi atomiche in mani sbagliate”.
Per l’Italia era presente il Presidente del Consiglio Renzi e la delegazione del Ministro degli esteri Gentiloni, i quali hanno confermato l’indirizzo assunto dall’Italia circa la sicurezza nazionale. Relativamente al pericolo terrorismo, il Presidente del Consiglio ha precisato come seppur ad oggi non vi siano specifici allarmi, non sia il caso di abbassare la guardia.
Grande assente al summit americano è la Russia di Putin. Obama non ha risparmiato commenti a riguardo, chiarendo come tale assenza non faccia che confermare la distanza tra Usa e Russia.
Il Presidente americano ha poi espresso la sua opinione sull’operato degli Stati Uniti d’America, precisando con un “mea culpa”, come spesso la lotta al terrorismo attraverso l’impiego dei droni militari abbia causato per errore, la morte di molti civili innocenti: “in situazioni di guerra, sapete, dobbiamo assumerci la responsabilità quando non agiamo in maniera appropriata. Ma gli Stati Uniti adottano rigorosi criteri per identificare i target, controllando due, tre volte prima di colpire”.
Obama non ha nascosto la sua preoccupazione anche nei confronti della Turchia di Erdogan, il presidente turco eletto con un processo democratico, le cui ultime dichiarazioni alla stampa stanno generando notevoli timori, essendo la Turchia un paese la cui presenza alla lotta contro l’Isis è da considerasi assolutamente necessaria e preziosa.
In un incontro bilaterale, il Presidente americano e il Presidente francese Hollande hanno analizzato le problematiche legate alla Libia e il pericolo che l’Isis possa insediarsi nella nazione utilizzandola come roccaforte.