TESTIMONIANZA DELLA REPUBBLICA MARINARA
di Giampaolo Milzi – Ancona –
Da molti anni l’Amministrazione comunale sostiene che ciò che resta di via Sottomare va ristrutturato, come fiore all’occhiello del progetto “Waterfront” di riqualificazione e valorizzazione di tutto l’antico asse-urbanistico architettonico che va dalla base della scomparsa Lanterna in cima al molo nord fino alla zona Porta Pia – Mole Vanvilelliana. Lo sosteneva prima di blindare il tratto superstite della storica via, cinque anni fa. L’ha sostenuto anche l’ex Giunta Gramillano. Un comportamento assurdo, al limite della schizofrenia. Eppure quel residuo tratto superstite di via Sottomare – oltre 150 metri fino all’estate 2008 ancora pedonabili – aveva resistito al passaggio dei secoli, delle calamità naturali. E delle distruzioni apportate dall’uomo, su tutte le devastazioni della seconda guerra mondiale. Conservando la straordinaria capacità di raccontare il perduto clima che si respirava nell’Ancona Porta d’Oriente libero Comune marinaro.
Sorta sul tracciato della via portuale d’epoca romana (quella confinante con lo specchio d’acqua portuale), almeno dal X-XI secolo e fino al 1944 via Sottomare univa due aree dell’Ankon marittimo andate perdute nella conformazione originale: lo scalo Vittorio Emanuele di piazza della Repubblica (teatro delle Muse) e la scenografica piazza San Primiano, con le sue omonime chiesa medievale e barriera, l’entrata dell’Arsenale – oggi vi si affacciano il cantiere navale, a due passi c’è l’Istituto Nautico, tutto il resto della “Spianata San Primiano” è stato spazzato via dai bombardamenti aerei di 69 anni fa – . Oggi i 150 metri di via Sottomare sopravvissuti sono quelli che scorrono paralleli a via Della Loggia. E ancora collegano la parte a mare di piazza Santa Maria (via della Dogana) col Palazzo Rai, sorto sulle macerie del Palazzo Trionfi. L’ingresso è sul lato sinistro della Portella Santa Maria, prima denominata “Della Dogana”. Lì, prima della “cancellazione tramite cancelli muncipali”, l’inizio di un breve ma significativo iter, nel cuore dell’Ancona medievale. Con caratteri urbanistici e suggestioni evocativi di quelli originari. L’arteria era stretta e oscura, brulicante di traffici e varia umanità. Caratterizzata da molti archi ogivali e sovrappassi, snodata sotto diverse torri e palazzi, nobili e popolari. Sul lato sinistro (procedendo verso sud) le botteghe di carrozzai, falegnami e carbonai, i magazzini di pescivendoli e commercianti, le taverne, i postiboli delle prostitute, i rifugi dei malfattori; persistono le facciate a mare degli elegantissimi Palazzo Benincasa e Loggia dei Mercanti (1442). Nel 1500 il Comune affittava ai cordai la via, detta via o vicolo “Della Fonte”. Pare che un documento del 1820 la identificasse come “Strada inferiore della città”. Un altro, del 1000, la indicava come “Subtana”. Ammesso che non si riferisse alla parallela, appena più interna quanto antica via Del Porto, oggi via Saffi. Alla quale via Sottomare era collegata da almeno 10 vicoli. Via Saffi partiva da piazza Santa Maria e terminava all’angolo della Chiesa di San Primiano, nell’omonima piazza, opposto a quello di sbocco di via Sottomare.
Una via, la Sottomare, appunto sotto il livello del mare. Da cui era separata solo dal lungo tratto di mura costiero, di cui alcuni tratti si sono salvati. E quando c’era burrasca veniva spesso allagata. L’acqua s’infiltrava dalle scarse protezioni e dalla tante portelle e porte, per lo più dotate di banchine d’attracco all’esterno, – ne rimangono la già citata della Dogana, quella della Loggia, la Palunci e la Torriglioni (oggi inglobata nella sede della Capitaneria di porto) – e bagnava gli edifici, tra questi la sopravvissuta Casa del Capitano.
(tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)