WikiLeaks rivela spionaggio ai danni del governo italiano

E OBAMA APPROVA LEGGE ANTI-INTERCETTAZIONI

Di Dott.ssa Alice Caporaletti

imagesRischia di far scoppiare un caso diplomatico tra l’Italia e gli Stati Uniti quanto rivelato da Wikileaks in merito allo spionaggio Usa avvenuto ai danni dell’ ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, quando era a capo del Governo nel 2011, e del suo entourage.

La lunga amicizia che lega ed ha legato, da sempre, i due Stati, sembra ora scricchiolare.

Secondo quanto trapelato da rapporti top secret dell’Ambasciatore Usa svelati dalla famosa organizzazione di Julian Assange, WikiLeaks, lo Special Collection Service (ScS), unità speciale della Nsa che opera sotto copertura diplomatica nelle ambasciate e nei consolati americani in giro per il mondo, per sorvegliare governi amici e nemici, lavorando spesso in collaborazione con la Cia, avrebbe intercettato le telefonate dell’allora premier e quelle dei suoi collaboratori principali a Palazzo Chigi.

Tra queste anche conversazioni dirette con leader stranieri come Benjamin Netanyahu nel momento di massima crisi tra Stati Uniti e Israele, quando l’annuncio di Netanyahu di costruire mille e seicento case a Gerusalemme est fece sprofondare Washington e Tel Aviv in un gelo diplomatico senza precedenti, e Vladimir Putin, considerato un amico dal Cavaliere, ma un pericoloso nemico da contrastare per gli americani.

E c’è anche un report su un incontro tra Berlusconi, il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel, avvenuto il 22 ottobre 2011, nel quale Sarkozy avrebbe sollecitato il premier italiano a «prendere delle decisioni» perché le istituzioni finanziarie italiane rischiavano di «saltare in aria». Meno di un mese dopo, Berlusconi si dimise sotto la pressione di uno spread arrivato alle stelle.

Il caso Berlusconi – Wikileaks ha ovviamente provocato reazioni in capo all’attuale Governo; Renzi ha chiesto chiarimenti all’esecutivo ed informazioni in tutte le sedi, ed anche la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo di indagine sulla vicenda, con l’intestazione “atti relativi a”, ossia senza ipotesi di reato né indagati.

Correndo ai ripari e nel tentativo di ricostruire la fiducia dei Paesi europei oramai venuta meno dopo questo scandalo internazionale, il Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, ha quindi firmato la legge anti-intercettazioni che estenderà ai cittadini dei paesi alleati alcune garanzie della privacy di cui godono gli americani.

Tale legge permetterà così a cittadini stranieri di fare causa al governo americano nel caso che i loro dati personali vengano diffusi in modo illegale.

La misura, denominata «Judicial Redress act bill», e che ha avuto un largo sostegno bipartisan a Capitol Hill, farà in modo che i dati personali saranno protetti dalle leggi in materia di privacy non solo per i cittadini americani ma anche per quelli stranieri.

In prima battuta la Casa Bianca aveva tentato di chiudere lo scandalo con lo «Us Freedom Act», la legge che toglie alla Nsa la possibilità di raccogliere indistintamente i dati telefonici di milioni di americani e di conservarli nei suoi database. La norma però vale solo per le comunicazioni all’interno degli Stati Uniti ed è un passo che evidentemente non è bastato, come dimostra il caso sullo spionaggio Usa ai danni di Berlusconi, anche se la diplomazia a stelle e strisce ha lasciato intendere che si tratta di acqua passata.

La nuova legge invece, secondo il presidente Obama è una misura chiave per tutelare i dati dei consumatori, e contribuirà a portare affari nel Paese. La «Judicial Redress act bill», inoltre, rappresenta un altro passo nell’epoca dell’informazione per «garantire che anche se proteggiamo la sicurezza del popolo americano, siamo pure consapevoli della privacy che amiamo tanto».

Il gesto di Obama sembra voler confermare l’intenzione dell’attuale amministrazione americana di creare un rapporto incentrato su una maggiore trasparenza e cooperazione con l’Italia e con gli altri alleati del Vecchio Continente. Questo in un momento in cui una forte coesione tra le due sponde dell’Atlantico è cruciale sia sul fronte della lotta al terrorismo, sia per quel partenariato commerciale previsto con l’accordo di libero scambio Ttip tra Ue e Usa, per il quale la prossima settimana sono previsti nuovi negoziati a Bruxelles.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Back To Top