IL PUNTO SULLA SALUTE DELLA NOSTRA MADRE TERRA. L’ONU TIRA LE SOMME
-di Dott. Giorgio Rossi
NEW YORK, 16 giugno 2013 – Ogni anno il 5 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale Dell’ambiente ( W.E.D. World Environment Day ) , istituita dall’O.N.U per ricordare la Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano del 1972 nel corso della quale prese forma il Programma Ambiente delle Nazioni Unite ( U.N.E.P. United Nations Environment Programme). Ogni anno l’UNEP individua un tema , quello di quest’anno è la lotta agli sprechi alimentari , sotto lo slogan Think.Eat.Save ( Pensa.Mangia.Preserva ). Si stima che il 40-50 % del cibo prodotto venga sprecato ogni anno , il che equivale a circa 300 milioni di tonnellate ogni anno nel mondo ; quantità maggiore della produzione alimentare totale dell’Africa sub-sahariana e sufficiente a sfamare i circa 900 milioni di persone che soffrono la fame . La statistica sugli sprechi vede in testa gli Stati Uniti con 1334 chilocalorie gettate in un giorno ; a seguire l’Europa con 720 chilocalorie ; la somma è pari al fabbisogno calorico giornaliero di una persona . Il Last Minute Market ha stimato che per produrre il cibo che poi si butta vengono impiegate risorse pari a 60 metri cubi d’acqua e 832 metri quadrati di terra arabile . Mentre il Barilla Center for Food and Nutrition ha ricordato che gli sprechi agroalimentari dal campo alla tavola emettono circa 4 milioni di tonnellate di CO2.
Anche il Papa è intervenuto contro la lotta agli sprechi dichiarando : “ il cibo che si butta via è come se fosse rubato dalla mensa di chi è povero “.
Nel W.E.D. la prima domanda che ci si pone è come sta l’ambiente ? E la risposta è che gli indicatori sono in rosso sia a livello nazionale che mondiale , basti pensare che nel mondo si sono superate le 400 parti per milione di CO2 in atmosfera e questo record comporta scompensi a catena sulla biodiversità , sul ciclo idrico sulla fertilità dei suoli , sul livello dei mari. E’ vero anche che di fronte a dati così sconfortanti ce ne sono altri che dimostrano che si sta cercando delle vie alternative : secondo le stime di Bloomberg le fonti di energia rinnovabili nei prossimi 15-20 anni avranno una crescita del 230% tanto che il 70% della nuova potenza elettrica verrà dalle rinnovabili , riducendo sensibilmente l’utilizzo dei combustibili fossili responsabili dalla maggior parte delle emissioni serra che così tanto incidono sull’accumulo di calore della Terra e sono alla base degli evidenti cambiamenti climatici .” Basta guardare” , ricorda il direttore di Greenpeace Italia,” alle anomalie termiche in Italia , al caldo nei Paesi Scandinavi , alle alluvioni in Europa centrale ed ai tornado negli USA “.
Se lo spreco del cibo rappresenta un problema etico e sociale oltre che economico , ma nella giornata dell’Ambiente merita anche una riflessione la qualità degli alimenti di cui noi ci nutriamo .
E’ di questi giorni , apparso su Natural News , un elenco di quelli che sono considerati i cibi più cancerogeni negli Stati Uniti . Tra questi compaiono gli alimenti che contengono OGM ( organismi geneticamente modificati) e poi i conservanti dei cibi carnei come i nitrati e i nitriti contenuti soprattutto negli insaccati . Ed ancora i coloranti simil caramello contenuti nelle bevande gassate , ma anche i dolcificanti artificiali tipo l’aspartame contenuti nelle bevande dietetiche . Un riferimento viene poi fatto alla frutta in generale in quanto trattata con pesticidi chimici per farla apparire bella ed appetibile ed agli oli idrogenati anche essi dannosi . Tutte queste sostanze aumenterebbero soprattutto l’incidenza del tumore al colon e al pancreas . Riguardo a quest’ultimo qualcosa è sicuramente cambiato in quanto 15-20 anni fa era tra i tumori a bassa incidenza invece recentemente è improvvisamente salito ai primi posti per entrambi i sessi anche nel nostro Paese. Già dagli anni settanta ,con dei grandi studi epidemiologici che restano delle pietre migliari della medicina , era stato dimostrato il nesso tra alimentazione e tumori indicando come le popolazioni industrializzate del Nord Europa e dell’America centrale con le loro abitudini alimentari che prevedevano un abbondanate uso di grassi animali , scarso uso di vegetali , assenza quasi assoluta dell’olio di oliva e con la tendenza all’obesità avevano una maggiore incidenza rispetto ai popoli del sud specie quelli del bacino del mediterraneo dei tumori del colon , mammella , prostata , pancreas. In paesi come l’Italia l’uso di vegetali , dell’olio di oliva ,della pasta e del pane sano senza grassi rappresentato i fondamenti della dieta Mediterranea considerata da sempre un valido baluardo allo sviluppo dei tumori .Ma vale ancora questo dogma ? Quando abbiamo un’agricoltura che fa ampio uso di sostanze chimiche , quando ancora non si sa se l’agricoltura biologica veramente riesce ha non subire danni dai vicini non biologici . E poi che dire della notizia , apparsa di recente , che riporta che in Campania un intero gregge di pecore è stato abbattuto perché il latte è stato trovato fortemente inquinato da diossina entrata nel ciclo alimentare proveniente da discariche abusive nelle vicinanze in mano alla malavita organizzata . Non solo ma sempre nella stessa zona anche i vegetali sono stati trovati particolarmente ricchi di toluolo sostanza fortemente leucemogena proveniente dalla stessa origine. Di situazioni simili o come l’ILVA di Taranto ce ne sono ancora molte in Italia e non solo .
Si sa che il progresso ha un prezzo , ma speriamo che non sia troppo alto!